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Hanno preso il via le vaccinazioni sia per il Covid che contro l’influenza stagionale. La campagna punta ad innalzare la copertura per le persone ad alto rischio, di tutte le età, per condizione patologica, fisiologica (come la gravidanza) o esposizione lavorativa, oltre naturalmente agli ultrasessantenni.
Per approfondire l’importanza della vaccinazione abbiamo sentito il parere di professionisti impegnati sul campo in settori diversi. Il primo colloquio è con Luana Calabrò, Direttrice dell’Unità Operativa di Oncologia Clinica del Sant’Anna (nella foto).
1. Professoressa perché è importante vaccinarsi per un paziente oncologico?
“Il sistema immunitario di un paziente oncologico è spesso più vulnerabile sia a causa del tumore che per i trattamenti che riceve per combatterlo. Pertanto è meno capace di difendersi da infezioni che per altri potrebbero essere banali, ma che in questi casi possono causare complicanze gravi o addirittura interrompere le cure oncologiche. Vaccinarsi significa quindi creare una rete di protezione attorno al paziente: ridurre il rischio di malattie infettive e loro complicanze che possono aggravare le condizioni cliniche. Vaccinarsi è un atto di cura verso sé stessi e verso il percorso terapeutico che si sta affrontando. Inoltre vorrei citare un dato molto recente e rilevante: uno studio pubblicato su “Nature”, una rivista di altissimo valore scientifico, ha evidenziato, in una casistica retrospettiva, che i pazienti oncologici che avevano effettuato la vaccinazione anti Covid prima di sottoporsi ai trattamenti immunoterapici anti-tumorali hanno avuto una sopravvivenza più alta rispetto a chi non si era vaccinato. Questo significa che la vaccinazione non solo protegge dall’infezione virale ma può anche potenziare l’efficacia della terapia anti-tumorale. Quindi per un paziente oncologico è ancor più importante vaccinarsi: è un gesto che rafforza la cura”.
2. Perché sono importanti le vaccinazioni antinfluenzali e anti-Covid non solo per le fasce più deboli, ma per tutta la popolazione?
“Le vaccinazioni stagionali come quelle antinfluenzale e anti-Covid non servono solo a proteggere se stessi ma anche chi è più fragile e ci sta accanto. Ogni persona vaccinata contribuisce a interrompere la catena del contagio, limitando la diffusione del virus, proteggendo chi è più fragile e vulnerabile come i pazienti oncologici, soggetti più anziani o affetti da comorbidità. Vaccinarsi è quindi un gesto di responsabilità e solidarietà collettiva”.
3. Quali sono le complicanze che si possono evitare attraverso le vaccinazioni di stagione?
“Le vaccinazioni stagionali permettono di evitare complicanze, come polmoniti, riacutizzazioni di patologie croniche respiratorie, e complicanze cardiovascolari che spesso derivano da infezioni virali come l’influenza o il Covid. Nei pazienti oncologici queste complicanze hanno spesso conseguenze maggiori, persino fatali. Con le vaccinazioni riduciamo fortemente questo rischio”.
4. Perché le vaccinazioni sono importanti per tutti gli operatori sanitari?
“Gli operatori sanitari sono a contatto quotidiano con persone fragili, quindi hanno una responsabilità doppia: proteggere se stessi e i pazienti che assistono. Vaccinarsi è un modo concreto per ridurre il rischio di trasmettere infezioni a persone fragili, immunodepresse come i pazienti oncologici, o persone anziane, ma è anche un atto di responsabilità professionale ed etica. La vaccinazione è un gesto semplice, sicuro e di grande valore per la salute di tutti”.