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Il 12 maggio è la Giornata mondiale della fibromialgia, una condizione clinica nota da tempo ma che solo in anni recenti ha ricevuto una più precisa definizione scientifica ed un riconoscimento formale: nel 1992, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la fibromialgia come patologia.


IL RUOLO PRINCIPALE DELL’UNITÀ OPERATIVA DI REUMATOLOGIA DELL’AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA (diretta dal prof. Marcello Govoni) nel trattamento di questa patologia consiste soprattutto nell’attività di consulenza per l’accertamento della diagnosi nei casi dubbi e nella collaborazione per la gestione dei casi refrattari alle terapie standard di primo livello. I pazienti possono accedere all’ambulatorio generale con semplice impegnativa del medico curante per una prima visita reumatologica. E’ molto importante saper intercettare correttamente la patologia per evitare ai pazienti trattamenti non necessari (o anche dannosi) e per indirizzarli nel percorso per loro più appropriato, che spesso deve prevedere un approccio multidisciplinare che non si esaurisce con la visita reumatologica. Sotto questo profilo è molto importante una stretta collaborazione con i medici di medicina generale ed altri professionisti (terapisti del dolore, psicologi, fisiatri, fisioterapisti, terapisti occupazionali).


Presso la Reumatologia del S. Anna da qualche anno, la dott.ssa Cecilia De Giorgio, laureata in Scienze Motorie cura progetti e programmi di attività fisica individualizzati per piccoli gruppi di pazienti affetti da questa malattia e altre patologie reumatologiche che afferiscono al Centro reumatologico di Cona. Recentemente, grazie ad un accordo interaziendale tra Azienda Ospedaliero-Universitaria e Azienda USL di Ferrara, sono state destinate ore aggiuntive di attività specialistica, a livello territoriale, dedicate specificatamente ai pazienti affetti da fibromialgia.


E’ inoltre attiva da anni una stretta collaborazione con l’Associazione regionale dei malati reumatici (AMRER) con la quale vengono organizzate iniziative educazionali. L’Associazione fornisce, inoltre, supporto informativo per i pazienti anche per quanto riguarda percorsi terapeutici di attività fisica adattata - fruibili presso diversi stabilimenti termali della regione Emilia-Romgana - con i quali sono state poste in essere convenzioni ad hoc (“percorsi di idro-fibromialgia alle terme dell’Emilia-Romagna”).

L’Unità Operativa di Reumatologia, inoltre, ha attivamente collaborato alla stesura di un documento regionale (fra i primi in Italia), pubblicato nel febbraio 2018: “Linee di indirizzo per la diagnosi ed il trattamento della Fibromialgia”.


“Il paziente fibromialgico – mette in evidenza il prof. Govoni - ancora oggi è, per molti versi, un paziente “orfano” per quanto riguarda presa in carico e percorsi di cura più appropriati. E’ pertanto necessario definire bene ruoli e compiti dei diversi professionisti della salute nella gestione del paziente fibromialgico, condividere strategie e percorsi terapeutici in modo interdisciplinare - sulla base di solide evidenze scientifiche - e fornire ai medici di medicina generale indicazioni utili per la gestione di questi pazienti nell’ambito della assistenza primaria. I dati epidemiologici ci parlano di decine e decine di migliaia di pazienti; va però ricordato che i casi più gravi, che impattano pesantemente sulla qualità della vita, sono fortunatamente molti meno. E’ dunque molto importante che certificazione della diagnosi, definizione del livello di gravità, necessità di cure ed accertamenti siano chiaramente definiti”.


IL RUOLO DELL’AZIENDA USL. La rete reumatologica territoriale dell’Azienda Usl di Ferrara – la cui Referente è la dott.ssa Ilaria Farina - è presente su tutti i Distretti della provincia (Centro Nord, Sud Est e Nord Ovest). L’attività specialistica reumatologica AUSL è svolta presso le Case della Salute di Cittadella S Rocco di Ferrara, Terre e Fiumi a Copparo, di Portomaggiore – Ostellato e di Comacchio. Inoltre viene svolta presso l’ospedale del Delta a Lagosanto, l’Ospedale “SS Annunziata” di Cento e l’Ospedale “Mazzolani – Vandini” di Argenta.

Sul territorio vengono svolte le prime visite reumatologiche - richieste dai Medici di medicina generale o altri specialisti - prenotabili in farmacia, per pazienti con sospette patologie reumatologiche, tra le quali anche la fibromialgia.


In particolare tale patologia coinvolge un numero molto elevato di pazienti che vengono inviati alla visita specialistica reumatologica con tale sospetto. Gli specialisti reumatologi sul territorio sono formati da lunghi anni di esperienza e studio nel riconoscimento della fibromialgia e nella gestione di questi pazienti nel tempo.

Di recente, grazie ad un accordo interaziendale tra Azienda Ospedaliero-Universitaria e Azienda USL di Ferrara, è stato destinato un maggior impegno per l’attività specialistica, a livello territoriale, dedicato specificatamente ai pazienti affetti da fibromialgia. Dopo la diagnosi può essere garantita la presa in carico e la gestione nel tempo per una valutazione costante e accurata, mirata a ridurre l’impatto che questa patologia ha sulla qualità di vita dei pazienti.


“Grazie alla costante collaborazione, in continua crescita, con i colleghi Reumatologi di Cona – mette in evidenza la dot.ssa Farina - anche per i pazienti che afferiscono alle visite specialistiche reumatologiche sul territorio è possibile essere inviati presso l’Ospedale di Cona per partecipare a progetti e programmi di attività fisica individualizzati e altri percorsi realizzati in collaborazione con l’Associazione regionale dei malati reumatici Emilia Romagna (AMRER), sempre molto attiva in questo ambito”.


LA MALATTIA. Si tratta di un’entità clinica complessa e, per certi aspetti, ancora controversa, classificata dalla Società Italiana di reumatologia nell’ambito delle forme diffuse di malattie e sindromi dolorose extra-articolari. Il quadro clinico è dominato dal sintomo del dolore ma può essere molto variegato, includendo altri sintomi somatici e neurovegetativi, come cefalea tensiva o emicrania, colon irritabile, dismenorrea, uno stato di debolezza generalizzata, disturbi del sonno, disturbi del tono dell’umore (ansia, depressione), disturbi cognitivi. La diagnosi è essenzialmente clinica, ma può richiedere l’ausilio di alcuni accertamenti laboratoristici e strumentali per escludere altre patologie. L’approccio terapeutico, sebbene esistano indicazioni internazionali (linee guida EULAR), si basa ancora molto sull’esperienza del clinico e si avvale di un approccio articolato e, necessariamente individualizzato, da adattare al singolo paziente in base alla tipologia dominante dei sintomi. Prevede inoltre un approccio sia non farmacologico (ginnastica dolce, attività fisica aerobica, percorsi cognitivo-comportamentali) che farmacologico. Sebbene la patologia non sia pericolosa per la sopravvivenza, il suo impatto sulla qualità di vita del paziente può essere molto rilevante.

La fibromialgia è più frequente nelle donne rispetto agli uomini e può svilupparsi a qualsiasi età. Si stima che la sua prevalenza sia compresa tra il 2-3% e l’8% e l’incidenza tra 7-11 casi annui per 1.000 persone.




Nella foto, da sinistra: Marcello Govoni, Ilaria Farina

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Ultimo aggiornamento

10-05-2023 09:05

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