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In occasione della Giornata Mondiale contro l'Ictus Cerebrale, che ricorre il 29 ottobre, le Aziende Sanitarie di Ferrara aderiscono all'iniziativa, ponendo l'attenzione sull’importanza cruciale del riconoscimento immediato dei sintomi per l'attivazione della catena del soccorso.

L’Ictus cerebrale rappresenta una sfida sanitaria. A livello globale una persona ne viene colpita ogni 6 secondi, e in Italia si registrano più di 200.000 nuovi casi ogni anno. La provincia di Ferrara registra, in media, più di 500 casi ogni anno.


LA STROKE UNIT. A Ferrara è attiva la Stroke Unit, che si qualifica come un centro di II livello. Questa eccellenza è garantita dalla presenza, all’interno dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria, di un servizio di Neuroradiologia interventistica e di un reparto di Neurochirurgia, i quali operano in regime di guardia attiva 24 ore su 24. Tale organizzazione consente di realizzare in modo tempestivo le terapie di riperfusione (trombolisi sistemiche e trombectomie meccaniche) per gli ictus ischemici, oltre a permettere il trattamento interventistico per le emorragie cerebrali. È inoltre garantita la pronta reperibilità del Chirurgo Vascolare, fondamentale nel caso in cui l’ictus sia causato da un’occlusione carotidea.


“E’ fondamentale - commenta la dott.ssa Daniela Gragnaniello, Direttrice Unità Operativa di Neurologia Provinciale - un pronto riconoscimento dei sintomi “spia” (difficoltà nel parlare, deviazione buccale, deficit di forza ad un braccio o una gamba, mal di testa violento e improvviso). Se è presente anche solo uno di questi sintomi occorre allertare immediatamente i soccorsi, chiamando il 118. Il paziente verrà trasportato quindi nell’ospedale più vicino, ove sia attiva una Stroke Unit, costituita da un team multidisciplinare e multiprofessionale altamente specializzato per l’inquadramento clinico-diagnostico-terapeutico e la miglior gestione della malattia, dalla fase acuta alla riabilitazione precoce neuromotoria e cognitiva fino alla prevenzione delle possibili complicanze”.


Nel solo 2025 (da gennaio ad oggi) la Stroke Unit di Ferrara ha eseguito 85 trombolisi endovenose e 44 trombectomie meccaniche, anche assieme al trattamento trombolitico, qualificandosi come centro platino (PLATINUM) negli European Stroke Organization Angels Awards.


Questo importante riconoscimento – sottolinea il dott. Alessandro De Vito, Responsabile della Stroke Unit - conferma il nostro impegno nel migliorare ogni giorno l’assistenza al paziente con ictus cerebrale e sarà per noi incentivo a proseguire il processo di miglioramento, grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti i professionisti coinvolti (operatori di 118 e pronto soccorso, neurologia e neuroradiologia interventistica). In tale ottica, nel 2025 abbiamo rivisto e aggiornato il PDTA ictus provinciale di Ferrara in base alle più recenti raccomandazioni delle linee guida internazionali ed alla best practise”.


La ricerca sull'ictus è fondamentale per migliorare sia la terapia della fase acuta con l’obiettivo di ridurre la mortalità e la disabilità a lungo termine, sia per migliorare la prevenzione di nuovi eventi nei pazienti che sono stati già colpiti da questa malattia. La Neurologia Universitaria del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara (diretta dalla prof.ssa Maura Pugliatti), in stretta collaborazione con la Stroke Unit, porta avanti progetti di ricerca multicentrici focalizzati sulla diagnosi precoce e la prevenzione secondaria, grazie anche alla collaborazione delle Unità Operative di Neuroradiologia, Radiologia e Cardiologia dell’ospedale di Cona. Nonostante i progressi, l’ictus ha ancora una causa indeterminata nel 20-25% dei casi circa.


“Migliori protocolli e percorsi assistenziali ospedale-territorio - mette in evidenza il prof. Maurizio Paciaroni, docente di Neurologia presso la Neurologia Universitaria - diminuiscono il tasso di recidive e l'onere sulla famiglia e sul sistema sanitario. Continuare a finanziare e sostenere la ricerca è essenziale per trasformare le scoperte in vite salvate e qualità recuperata. In sintesi, la ricerca è la chiave per terapie acute più efficaci e per strategie preventive che riducano ricorrenza e disabilità”.


LA RIABILITAZIONE. Circa il 40% dei pazienti richiede cure riabilitative post-ictus, per la gestione di disturbi quali la perdita di forza all’arto superiore, difficoltà nel cammino e nella mobilità, disturbi cognitivi e del linguaggio che determinano una riduzione globale dell’autonomia personale, sociale e familiare. La presa in carico riabilitativa inizia già durante il ricovero nei reparti per acuti (Stroke Unit in primis), con l’obiettivo di avviare precocemente il trattamento fisioterapico, di definire la prognosi funzionale e di delineare il percorso assistenziale più appropriato per il malato (Riabilitazione in regime di degenza, DH o ambulatoriale) o l’assenza di necessità riabilitative ed indicazione invece di attività fisica strutturata.

La Medicina Riabilitativa (diretta dalla dott.ssa Antonella Bergonzoni) è il reparto che accoglie, in primis, i pazienti affetti da esiti di stroke, mentre all’Unità Gravi Cerebrolesioni (diretta dalla dott.ssa Susanna Lavezzi) afferiscono i pochi pazienti affetti da esiti di un ictus più grave che ha determinato uno stato di coma.

All’interno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e dell’Azienda USL di Ferrara è attivo da diversi anni uno specifico PDTA interaziendale dedicato all’ICTUS che definisce in dettaglio l’intero percorso di cura per le persone colpite da questa patologia, in una logica di forte integrazione tra professionisti dell’ospedale e del territorio, per la migliore cura dei pazienti dalla fase acuta a quella degli esiti.


“La Medicina Riabilitativa - dichiara la dott.ssa Bergonzoni - accoglie i pazienti che presentano problematiche motorie e cognitive e che necessitano di una presa in carico riabilitativa intensiva, multidisciplinare e interprofessionale. Al suo interno i pazienti ricevono almeno tre ore di riabilitazione al giorno, comprensive di riabilitazione motoria, cognitiva, logopedica ed occupazionale. Da sottolineare anche l’importanza di un supporto psicologico sia del paziente che della sua famiglia nella faticosa fase di cambiamento della propria vita. I programmi riabilitativi sono inseriti all’interno di un progetto individualizzato, che ha l’obiettivo di raggiungere il massimo recupero e autonomia consentiti dal danno cerebrale; si avvale, per questo, della collaborazione di un team altamente competente interprofessionale composto da medici fisiatri, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, infermieri, operatori socio-sanitari e psicologi che operano in stretta collaborazione tra loro”.


“La presa in carico riabilitativa dei pazienti con ictus più grave che hanno presentato uno stato più o meno prolungato di coma - afferma la dott.ssa Lavezzi - è molto sfidante. Essa comporta periodi anche molto lunghi di ricovero in riabilitazione, con quadri clinici complessi, dove è molto importante lavorare con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo molti specialisti dell’ospedale. E’ davvero un punto di forza poter contare su questa collaborazione, perché consente di gestire i pazienti al meglio, nella ricerca del massimo recupero anche nei casi più gravi. Va infine sottolineata l’importanza di costruire percorsi di riabilitazione sociale già durante il ricovero in riabilitazione, percorsi che vengono attuati già da molti anni nelle nostre Unità Operative”.


Il Programma di Riabilitazione Vascolare e Medicina dell’Esercizio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (diretto dal prof. Fabio Manfredini), collocato all’interno della Riabilitazione San Giorgio, eroga programmi di esercizio strutturati nella riabilitazione dei disturbi del cammino derivati da patologie arteriose agli arti inferiori e di rieducazione funzionale nelle fragilità in genere, incluse le persone con diabete, malattia renale cronica e con esiti di ictus. L’ictus cerebrale può associarsi a disabilità, a ridotta qualità della vita e ad alto rischio di un nuovo evento. Questi aspetti possono essere contrastati attraverso l’adozione di sani stili di vita che includano: l’abolizione del tabagismo, aspetti nutrizionali, aderenza alla terapia farmacologica, e attività fisica regolare o esercizio fisico strutturato basato su programmi di allenamento aerobico, di resistenza o misti.


In stretta collaborazione con la Medicina dello Sport (diretta dal dott. Marco Cristofori) – commenta il prof. Manfredini - il Programma agirà nell’ambito di “Life After Stroke” con l’obiettivo di offrire programmi di allenamento fisico a tutti i pazienti con esiti di ictus. Gli interventi di Attività Fisica Adattata (AFA) o di esercizio fisico strutturato (EFS), svolti da chinesiologi, sono utili anche dopo l’eventuale fase riabilitativa per mantenere le abilità residue e favorire uno stile di vita attivo e la socializzazione”.


Il 50-60% dei pazienti viene dimesso al domicilio dopo la fase acuta, mentre il 10-15% necessita di un trattamento riabilitativo multidisciplinare intensivo in regime di ricovero ordinario o diurno (DH). Per coloro che rientrano a casa, la Riabilitazione Territoriale dell’Azienda USL di Ferrara, diretta dalla dott.ssa Elisabetta Zucchini, assicura la prosecuzione del recupero.


“Il ruolo della Riabilitazione Territoriale nella gestione dell’ictus - sottolinea la dott.ssa Zucchini - è cruciale per garantire la continuità delle cure, massimizzare il recupero funzionale e favorire il reinserimento sociale del paziente dopo la dimissione dall'ospedale, da strutture specializzate (come le Stroke Unit o la riabilitazione intensiva) o dai reparti di riabilitazione estensiva degli ospedali della provincia. Il paziente prosegue sul territorio il progetto riabilitativo individuale redatto dal fisiatra durante il ricovero con fisioterapia e/o logopedia, in un contesto più vicino alla sua quotidianità con lo scopo di raggiungere la massima autonomia e qualità di vita possibile. L'obiettivo è consolidare le capacità apprese e recuperarne di nuove, anche con accessi a domicilio, lavorando in sinergia con i Medici di Medicina Generale, le associazioni dei malati e le altre figure professionali che ruotano intorno al paziente per monitorarne le condizioni e prevenire complicanze. Un percorso ben strutturato sul territorio è essenziale per la massima autonomia possibile e una migliore qualità di vita”.


L’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce) Ferrara odv (presieduta da Claudio Mari), nata nel 2012, collabora attivamente con le istituzioni sanitarie. L’Associazione opera per sensibilizzare la popolazione sia nella prevenzione alla malattia (anche riconoscendo i sintomi) che come supporto nella riabilitazione, cercando di essere un valido aiuto alle persone una volta uscite dalla fase acuta. Il sodalizio offre diversi servizi quali: attività fisica adattata, yoga, musicoterapia, arte terapia, medicina narrativa, logopedia, supporto psicologico, oltre al supporto ai caregiver, in collaborazione con altre associazioni, con cooperative sociali e con il C.F.A.D. (Comitato Ferrarese Area Disabilità).


“In occasione della Giornata Mondiale dell’Ictus - mette in evidenza Mari - A.L.I.Ce Ferrara si unisce alla World Stroke Organization ed al S.A.F.E. (Stroke Allence for Eurepe) per lanciare un messaggio: “Ogni minuto conta: l’importanza del riconoscimento tempestivo dei sintomi”. Riconoscere tempestivamente i sintomi e agire rapidamente può infatti fare la differenza tra un pieno recupero e una disabilità permanente. Ogni minuto di ritardo può costare circa 1,9 milioni di neuroni e già dopo pochi secondi si innesca un processo irreversibile di danno cerebrale. Per questo è importante ricordare che l’ictus è una malattia tempo dipendente”.


A.L.I.Ce ha organizzato anche un convegno gratuito - patrocinato dalle Aziende Sanitarie ferraresi e dal Comune di Copparo – che si è svolto il 25 ottobre scorso a Copparo. All’incontro - aperto dai saluti del Sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni e moderato da Paolo Boldrini, Comitato Esecutivo Società Europea Medicina Fisica e Riabilitativa - hanno partecipato come relatori la dott.ssa Daniela Gragnaniello, la dott.ssa Cristina Saletti (Direttrice Unità Operativa Igiene degli Alimenti e Nutrizione Azienda USL di Ferrara), la dott.ssa Elisabetta Zucchini, il dott. Sandro Gamberoni (Medico di Medicina Generale) e Claudio Mari.

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Ultimo aggiornamento

27-10-2025 12:10

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