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Gennaio, è il mese della prevenzione del tumore del collo dell’utero, un’occasione per promuovere i programmi di screening a disposizione dei cittadini.
La prevenzione è lo strumento più efficace per prevenire il carcinoma della cervice uterina, che rappresenta il quinto tumore più frequente nelle donne sotto i 50 anni di età e, nel complesso, l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. Attraverso gli screening si ha la possibilità di eseguire esami specifici gratuiti con lo scopo di identificare precocemente le lesioni precancerose, così da poterle trattare e curare tempestivamente.
L’infezione da Papilloma virus umano (HPV) è la principale causa del tumore della cervice uterina, trasmesso anche per via sessuale e molto frequente soprattutto nelle persone giovani. La maggior parte delle infezioni regredisce spontaneamente. Quelle persistenti, però, causano lesioni nel collo dell’utero che possono evolvere in tumore. Il lasso di tempo tra l’infezione e lo sviluppo del tumore è lungo ed è pertanto importante intercettare le lesioni e trattarle prima che queste degenerino.
LO SCREENING. Il tumore alla cervice uterina è curabile se individuato e trattato precocemente. Negli ultimi decenni il programma di Screening organizzato ha contribuito a ridurre i nuovi tumori del 40% e la mortalità del 50%.
“Lo screening – mette in evidenza la dott.ssa Caterina Palmonari, Responsabile dell’Unità Operativa Epidemiologia, Screening Oncologici, programmi di promozione della salute dell’Azienda USL di Ferrara - è uno strumento molto efficace di prevenzione in quanto è in grado di rilevare il Papilloma virus (HPV) e di individuare e trattare precocemente eventuali lesioni precancerose, prevenendo così la formazione di tumori invasivi. Il programma di Screening prevede l'offerta di un HPV test o di un PAP test, esami efficaci, semplici e gratuiti, che vengono eseguiti dalle Ostetriche presso tutti i Consultori attivi sul territorio provinciale, a tutte le donne in fascia di età compresa tra i 25 ed i 64 anni”.
“L'ostetrica - dichiara la dott.ssa Chiara Pavani, Dirigente delle Professioni Sanitarie –Area Ostetrica - è la professionista sanitaria che accoglie la donna in consultorio o nel setting domiciliare in casi particolari, per l’esecuzione del Test HPV e del Pap test. Il ruolo dell’ostetrica è fondamentale, perché durante questo test, oltre alla raccolta anamnestica ostetrico ginecologica necessaria per inquadrare lo stato di salute della donna svolge un esame obiettivo per riconoscere eventuali segni o sintomi che meritano un inquadramento diagnostico successivo, instaurando una efficace comunicazione relazionale. Comunicare in modo efficace, ascoltare in modo attivo, avere un atteggiamento empatico è il nostro obiettivo quotidiano e questo ci permette di fare prevenzione e quindi di offrire salute”.
Attualmente non esiste una terapia per trattare l’infezione da HPV e pertanto il programma di screening è finalizzato ad identificare precocemente l’insorgenza di lesioni precancerose. Al contempo è in corso una campagna vaccinale che interessa la popolazione dal compimento dell’undicesimo anno d’età, prima che avvenga l’esposizione al virus. Il vaccino è specifico per i principali ceppi virali responsabili dei tumori del collo dell’utero.
Il programma di Screening prevede due percorsi differenziati per età:
- nella fascia di età 25-29 anni (per le donne che non hanno effettuato almeno 2 dosi di vaccino prima dei 15 anni): Pap test come test di Screening di primo livello ogni 3 anni, ovvero un esame citologico che evidenzia le anomalie cellulari;
- nella fascia di età 30-64 anni: HPV test come test di Screening di primo livello ogni 5 anni, ovvero un esame che ricerca il DNA del virus.
L’invito ad aderire allo Screening è rivolto a tutte le donne, ed oltre ad essere totalmente gratuito, garantisce (in caso di positività), l'organizzazione di tutto il percorso di approfondimento diagnostico tramite esami prenotati direttamente dal Centro Screening. La lettera di invito per sottoporsi al Pap test o HPV test, a seconda dell’età, arriva direttamente a casa e su Fascicolo Sanitario Elettronico a ridosso dell’appuntamento. È possibile spostare la data e la sede, scegliendo autonomamente tra tutti i consultori presenti in provincia, attraverso il portale dedicato https://screening-cervicovag.ausl.fe.it/. I Consultori afferenti al Centro Salute Donna, diretto dal dott. Demetrio Costantino, in cui viene eseguito lo screening sono 9 e sono dislocati sui 3 distretti sanitari della provincia.
“Gli ultimi dati aggiornati al 2023 - conclude la dott.ssa Palmonari - evidenziano che a Ferrara sono state invitate 23.332 donne e il 73% di queste ha eseguito l'esame di Screening. Sono stati rilevati 1.048 HPV test positivi e 86 Pap test positivi, dati in linea con la media regionale. Tra le donne che eseguono l’Hpv test, circa 1 su 13 risulta positiva, ma solo meno della metà (35%) viene invitata ad eseguire una colposcopia di approfondimento, in seguito alla positività anche del Pap test di triage. Tra le donne che eseguono la colposcopia emerge la presenza di una lesione ogni 5 esami eseguiti. È importante sottolineare che la maggior parte di queste lesioni è nella fase precancerosa: si riscontra infatti una lesione precancerosa ogni 190 donne e un tumore ogni 5.000 donne che aderiscono allo Screening”.
I CONTROLLI AMBULATORIALI. “Lo Screening della cervice uterina – dichiara il dott. Fabrizio Corazza, Direttore dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia ospedale di Cento dell’Azienda USL di Ferrara e Responsabile di area ostetrico-ginecologica dipartimentale Provincia di Ferrara - prevede un secondo livello che si concretizza in ambito ambulatoriale. La metodica di II livello viene utilizzata per indagare un risultato positivo al TEST di Screening, ovvero per confermare o meno la presenza di lesioni pretumorali o tumorali del collo uterino. I criteri di invio al II livello sono direttamente legati al tipo di test utilizzato, come Screening primario e indirettamente legato all’età e alla vaccinazione HPV. La seconda fase dello Screening è riservata al ginecologo e all’anatomo-patologo, che effettuano una diagnosi precoce, in fase asintomatica: mette in evidenza lesioni precancerose del collo dell’utero per le quali sono previsti interventi conservativi, ai fini del risparmio dell’organo della riproduzione”.
“Va ricordato – conclude il dott. Corazza - che l’utilizzo di strategie terapeutiche conservative (nell’ottica di una preservazione dell’organo uterino) garantisce un miglioramento della qualità della vita della donna, preservandone fertilità e sessualità. A monte di tutto ciò c’è l’organizzazione dei Centri di II livello di colposcopia che si avvalgono di relativi aggiornamenti in rapporto ai risultati e alle evidenze scientifiche e avvalendosi di una adeguata integrazione e confronto con il centro di primo livello”.
Le pazienti vengono inviate per gli approfondimenti diagnostici di II livello presso i Centri di Colposcopia che sono 4 sul territorio ferrarese: Cento per il Distretto Ovest, Ferrara per il Distretto Centro Nord e due nel Distretto Sud Est (a Portomaggiore e a Lagosanto). Nel 2023 sono state eseguite 1.654 colposcopie di screening, contro le oltre 1.900 del 2022, a dimostrazione del fatto che il percorso di screening sta riducendo la presenza di lesioni cervicali anche grazie a una campagna vaccinale sempre più efficace.
Gli interventi di conizzazione sono centralizzati all’interno dell’ospedale di Cento e raggiungono quota di poco inferiore alle 90 prestazioni, pressochè stabile negli anni; questo intervento consiste in una piccola operazione di chirurgia vaginale, eseguibile anche in regime ambulatoriale, nel corso della i medici asportano una piccola parte della cervice, in modo da rimuovere le lesioni presenti nel collo dell'utero. La diagnosi e il trattamento vengono attuati in regime ambulatoriale in oltre il 90% dei casi, dato secondo le richieste di qualità della regione Emilia Romagna. I casi di tumore invasivo o microinvasivo a livello della cervice e del canale cervicale sono circa 2-3 l’anno e dopo la diagnosi vengono centralizzati presso l’HUB di Cona.
Tutti gli esami di screening e quindi le diagnosi citologiche e isto-patologiche sono a carico del Servizio di Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, diretto dal prof. Giovanni Lanza.
Gli interventi chirurgici di III livello rimangono invece a carico del SERVIZIO DI COLPOSCOPIA DELL’AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA (afferente al Reparto di Ostetricia Ginecologia diretto dal prof. Pantaleo Greco). Presso l’ambulatorio attualmente afferiscono le pazienti inviate dai servizi di secondo livello sul territorio.
La colposcopia è un’indagine che si esegue in regime ambulatoriale e viene effettuata mediante un sistema ottico a diversi ingrandimenti (il colposcopio). Lo scopo è individuare le aree anomale della cervice, sede più frequente delle lesioni precancerose causate dall’infezione persistente da HPV, ed eseguire su di esse una o più biopsie mirate. Le lesioni cervicali identificate dall’esame istologico sono CIN1, CIN2 e CIN3 (Neoplasia Intraepiteliale Cervicale rispettivamente di grado 1,2 e 3). Le lesioni CIN1, anche dette di basso grado, hanno un’alta probabilità di regredire spontaneamente, sono meritevoli di follow-up citologico e vengono trattate solo se persistenti. Pertanto, se l’esame risulta negativo o con anomalie istologiche di basso grado, è previsto l’invio a follow up di Screening. Vi è invece indicazione al trattamento delle lesioni di alto grado. Il trattamento prevede l’asportazione della lesione e l’invio a follow up.
“Queste pazienti – afferma la dott.ssa Sara Montori, Dirigente Medico Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara - rimangono in carico presso il nostro ambulatorio per i successivi controlli citologici e colposcopici previsti dal protocollo regionale. In caso di diagnosi di tumore cervicale invasivo, rientrano all’interno di un percorso oncologico, in cui si effettuano gli accertamenti diagnostici e le terapie necessarie”.
All’interno dell’ambulatorio colposcopico vengono individuate e trattate anche ulteriori lesioni di alto grado a carico del basso tratto genitale, correlate ad infezione da HPV.
All’interno del percorso di screening, sono stati eseguiti, nel 2024, 107 trattamenti, di cui oltre l’80% per lesioni di alto grado: per la maggior parte a carico della cervice (n.25 CIN3 e n.40 CIN2), in minor misura a livello vaginale (n.22 VaIN 2 e VaIN3) e a vulvare (n.3 VIN3 e VIN2).