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La settimana scorsa è stata dimessa dal reparto di Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia (TIN) dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara una paziente (Evelyn) nata pretermine alla 24^ settimana di gestazione con peso alla nascita di 700 grammi.
Durante la degenza in questi 5 mesi, la piccola ha necessitato di cure intensive neonatali altamente specialistiche ed anche di diversi interventi chirurgici per complicanze legate all’estrema prematurità.
“Avere a disposizione un’equipe di professionisti altamente specializzati – mette in evidenza la dott.ssa Agostina Solinas, Direttore della Neonatologia e TIN del S. Anna - ha permesso di gestire a Ferrara la piccola paziente grazie all’aiuto dei team della Chirurgica Pediatrica – diretta del dott. Claudio Vella - e della Clinica Oculistica diretta dal prof. Marco Mura”.
I neonati estremamente pretermine sono a rischio di sviluppare complicanze a vari organi (quali polmoni, intestino, occhi,). Talvolta è sufficiente la sola terapia medica, ma in alcuni casi è necessario intervenire chirurgicamente “e poterlo fare a Ferrara – prosegue Solinas - è un valore aggiunto in termini di stabilizzazione ed esiti per i pazienti così piccoli e fragili ricoverati presso la nostra Terapia Intensiva Neonatale”.
“Se esiste un posto dove la vita e la morte si sfiorano in così poco tempo, questo è la TIN, la Terapia Intensiva Neonatale”,
ha affermato la coordinatrice infermieristica Mariagrazia Cristofori. “La TIN – prosegue Cristofori - è una terapia intensiva a misura di neonato, all’interno della quale ruotano neonatologi intensivisti, infermieri, fisioterapisti, chirurghi neonatali; insomma, un reparto sempre attivo, sempre in fermento, con operatori che instancabilmente e alacremente apportano il loro contributo. Lì, dentro un'incubatrice che tenta di ricreare il più possibile un ambiente simile a quello uterino, i neonati vengono assistiti instancabilmente dai nostri colleghi infermieri. Noi operatori, assiemi ai “nostri neonati” ed i loro genitori intraprendiamo un viaggio che prosegue per molti anni e spesso non si interrompe. I nostri “bambini” ci vengono a trovare anche quando crescono e una volta all’anno, durante la giornata mondiale del prematuro, è frequente trovarli nelle manifestazioni che organizziamo”.
La bimba è stata sottoposta, a 26 giorni di vita, ad un intervento chirurgico per complicanze intestinali, purtroppo comuni nei piccoli nati con grave prematurità, in cui tutti gli apparati risultano immaturi e poco adatti alla vita extrauterina. Il monitoraggio continuo in Terapia Intensiva Neonatale consente una rapida diagnosi e, nei casi complicati, deve sempre essere eseguita una tempestiva procedura chirurgica.
“Nel caso della piccola Evelyn
La Bed Side Surgery è comunemente eseguita presso la TIN di Ferrara in tutti i pazienti con selezionati criteri clinici, in particolare l’estrema prematurità. Questa metodica, ben nota e codificata a livello internazionale, consente di intervenire in piccoli pazienti con gravi patologie, acquisite o congenite, in cui anche il trasporto in sala operatoria può rappresentare un pericolo. “Nel grave prematuro – prosegue Vella – questo tipo di patologie se non tempestivamente diagnosticate e trattate, presentano un’elevata mortalità. La pronta disponibilità di un team multidisciplinare (neonatologo, anestesista, chirurgo) e la possibilità di allestire rapidamente tutto l’occorrente per la chirurgia al letto (infermieri specializzati di sala operatoria) migliora notevolmente la prognosi. La storia di Evelyn è la dimostrazione delle elevate competenze multidisciplinari presenti all’interno dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara, della loro stretta collaborazione e capacità di garantire adeguati percorsi terapeutici nei piccoli pazienti affetti da grave prematurità”.
“In questi neonati con peso inferiore a 1500 grammi alla nascita,
ha affermato il prof. Marco Mura. La retinopatia del prematuro è la causa prevalente di ipovisione nel neonato e se non trattata opportunamente porta a cecità. “Mi occupo da più di 15 anni di chirurgia vitreoretinica pediatrica – prosegue Mura - e oggi, grazie allo sviluppo di moderne tecniche chirurgiche, laser terapia e terapia farmacologica siamo in grado di trattare questi piccoli pazienti in maniera efficace e preservarne la vista. Nel caso specifico di Evelyn sono molto soddisfatto del risultato ottenuto dopo l’intervento chirurgico e del fatto di aver portato questo tipo di Know-how in Azienda”.
“Grazie a tutti i professionisti dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria per la piccola Evelyn e per tutti i pazienti più piccoli e meno piccoli che qui ogni giorno sono curati con professionalità, integrazione e competenza”
è il commento della dott.ssa Paola Bardasi, Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara.
Nella prima fotografia: i professionisti che hanno preso in cura la piccola Evelyn, in braccio alla mamma.
Nella seconda fotografia, da sinistra: dott.ssa Elda Longhitano, Sub Commissario Sanitario Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara, dott.ssa Agostina Solinas, Evelyn in braccio alla mamma, dott.ssa Maria Grazia Cristofori.