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DA SINISTRA: Piero Pettenuzzo (Medicina d’Urgenza), Roberto Zoppellari (Anestesia e Rianimazione Ospedaliera), Brunella Quarta (Farmacia Ospedaliera), Anna Marra (Farmacia Ospedaliera), Angela Ricci Frabattista, Chiara Lazzari (Anestesia e Rianimazione Ospedaliera), Valentina Bongiovanni (Farmacia Ospedaliera)

Si è parlato del “Centro di Riferimento Regionale Antidoti, Regione Emilia-Romagna – CRR ANTIDOTI” – che ha sede presso la Farmacia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara – durante il Convegno che si è svolto lo scorso 9 giugno.

L’evento scientifico - organizzato in collaborazione con le Unità Operative di Anestesia e Rianimazione Ospedaliera e Medicina d’Urgenza (con il patrocinio di SIFO - Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici), ha avuto lo scopo di approfondire l’impiego degli antidoti, la corretta gestione nella dotazione delle strutture sanitarie e di condividere i risultati ottenuti dalla rete regionale.

La Regione Emilia-Romagna infatti, prima in Italia, ha realizzato un’organizzazione strutturata secondo il modello “hub & spoke” per la gestione degli antidoti, il cui impiego rappresenta un aspetto particolarmente delicato a causa spesso della carenza di evidenze cliniche robuste e del loro utilizzo di andamento discontinuo.

Nell’anno del decimo anniversario del CRR ANTIDOTI, dopo i saluti delle autorità - Sub Commissario Sanitario dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara, dott.ssa Elda Longhitano, dott.ssa Valentina Solfrini, Dirigente Area Farmaci e Dispositivi Medici della Regione Emilia-Romagna - nella prima sessione è stata ripercorsa la storia della nascita del Centro per poi presentare i dati di attività degli ultimi anni. Si è poi passati all’analisi degli obiettivi e degli sviluppi futuri, con particolare riferimento anche alla gestione delle terapie contro il COVID-19, per le quali il CRR ANTIDOTI è stato individuato dalla Regione ad ottobre 2020 come deposito regionale.

Ricca la seconda sessione, dedicata alla presentazione di casi clinici. I primi due casi hanno trattato il tema delle dipendenze e delle “nuove sostanze psicoattive”, soprattutto tra i giovani, con la presentazione di un progetto “sull’operatore di Corridoio” in Pronto Soccorso (viene proposta nell’esperienza del PS di Piacenza, in supporto al personale sanitario, la figura dell’educatore che aiuta a riconoscere le motivazioni ed il disagio che possono portare all’uso di sostanze psicoattive). Sono stati poi trattati due casi di metaemoglobinemia, una condizione patologica caratterizzata da un’alterazione dell’emoglobina, dovuta ad alcune sostanze tossiche, che ne impedisce il corretto trasporto di ossigeno ai tessuti. Infine è stato presentato un raro caso di botulismo alimentare, che ha suscitato notevole interesse favorendo un’attiva discussione tra i partecipanti.

L’evento scientifico è terminato con le considerazioni conclusive della dott.ssa Giovanna Mattei, del Servizio di Prevenzione collettiva e Sanità Pubblica - Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna.

Il Convegno - accreditato ECM e destinato a medici chirurghi ospedalieri, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermieri, tecnici sanitari di laboratorio biomedico, farmacisti, psicologi e biologi - è stato seguito da circa 70 operatori appartenenti alle Aziende Sanitarie dell’Emilia-Romagna.

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Ultimo aggiornamento

30-08-2022 17:08

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