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Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale – PDTA – “Beta Talassemie” del Day Hospital della Talassemia e delle Emoglobinopatie (DHTE) è stato recentemente certificato ISO 9001. “Si tratta – spiega la dott.ssa Filomena Longo, Direttrice del DHTE dell’ospedale di Cona - di una procedura che garantisce lo standard di qualità e permette di ottimizzare i processi interni e di migliorare l’efficienza operativa e la qualità delle cure dei nostri pazienti”.
IL DTHE DI FERRARA.
La storia della cura della talassemia a Ferrara inizia più di 50 anni fa. Nel corso degli anni questa grave anemia ereditaria si è trasformata da ‘patologia esclusivamente pediatrica ad esito fatale’ a ‘malattia cronica’ con aspettativa di vita sempre più vicina a quella della popolazione generale. Questo è stato possibile grazie al miglioramento delle cure (protocolli di trasfusione più sicuri, diffuso utilizzo della chelazione del ferro, monitoraggio dell'accumulo di ferro e gestione delle complicanze) che sono sempre state garantite dal Centro ferrarese dedicato a questi pazienti. Il DHTE assicura infatti un’assistenza completa e qualificata ai pazienti in età pediatrica e adulta con talassemia ed emoglobinopatie. Vengono erogate cure ad alta complessità nell’ambito dei percorsi di diagnosi, terapia e follow up della malattia. Le figure di riferimento principalmente coinvolte sono: il pediatra, l’ematologo e l’internista che hanno l’importante compito di mantenere una visione globale del paziente e delle sue problematiche e di coordinare un approccio di tipo multidisciplinare che comprende molti attori (endocrinologo, cardiologo, epatologo, oculista, trasfusionista, radiologo, ecc). Il coinvolgimento dei diversi specialisti consente di affrontare gli aspetti clinici complessi e le sfide che i pazienti con talassemia possono affrontare nel corso della loro vita.
Nell'ultimo anno sono stati seguiti presso il DHTE 447 pazienti. Circa 200 pazienti (51% donne) con talassemia major trasfondono regolarmente presso il DHTE. Il Centro si fa carico anche di persone con altre forme di talassemia ed emoglobinopatie, come la drepanocitosi. Oltre il 50% dei pazienti afferenti al Centro provengono da altre Regioni e qualcuno anche dall'estero.
Il PDTA per la talassemia è un percorso standardizzato, elaborato da un'equipe multidisciplinare di esperti, che tiene conto delle migliori evidenze cliniche disponibili. L'applicazione del PDTA garantisce al paziente un’assistenza continua e coordinata da parte di tutti i professionisti coinvolti nel suo percorso di cura.
“La documentazione accurata delle procedure – conclude la dott.ssa Longo -, il monitoraggio costante delle prestazioni e il coinvolgimento del personale del DHTE oltre che delle Associazioni dei pazienti come “ALT Rino Vullo” di Ferrara, hanno permesso di ottenere la certificazione ISO 9001 per il Day Hospital della Talassemia e delle Emoglobinopatie”.
“Sono molto orgogliosa – dichiara la dott.ssa Monica Calamai, Direttrice Generale delle Aziende Sanitarie ferraresi – per questo importante riconoscimento ottenuto dal nostro Centro per le Talassemie, che non è solamente un Hub della nostra regione Emilia-Romagna, ma anche un riferimento nazionale. Si tratta di un servizio con una lunga e significativa storia, portata avanti anche grazie al prezioso contributo della Direttrice, la dott.ssa Longo. Mi preme porre l’accento, inoltre, su come il percorso - multidisciplinare e multiprofessionale che ha portato alla certificazione - abbia avuto un’attenzione particolare per la medicina di genere, tema molto importante per le due Aziende Sanitarie provinciali che da tempo stanno lavorando per conseguire la certificazione di genere, rispetto alla quale dovremmo essere in dirittura di arrivo. Questo riconoscimento fa certamente parte di una serie di eccellenze che abbiamo all’interno della nostra sanità e, per questo motivo, desidero ringraziare tutti i professionisti che, a vario titolo, sono coinvolti nei Percorsi che hanno l’obiettivo di offrire servizi e prestazioni sempre più qualificati ed accessibili per i pazienti”.
“Ringrazio tutto il personale – mette in evidenza il prof. Marcello Govoni, Direttore del Dipartimento di Medicina Specialistica - per il grande lavoro che è stato fatto. La certificazione di un PDTA ci dice che l’attività svolta dai nostri professionisti ha seguito criteri di rigore e metodo scientifico, con l’obiettivo di offrire il miglior servizio ai nostri pazienti e questo per noi è estremamente importante. L’attenzione alla Talassemia, in questo ospedale, nasce molti anni fa e oggi possiamo dire che la cultura, la conoscenza e tutto ciò che ruota attorno a questa grave patologia è il frutto di un impegno scientifico che è andato crescendo nel tempo e che ha trovato modo di esprimersi, anche in modo certamente più rigoroso, ma con immutato entusiasmo da parte dell’equipe della dott.ssa Longo”.
OPT – SOLUZIONI PER IL MONDO HEALTHCARE, Presidente dott. Oreste Pitocchi e Principal Consultant e Responsabile Area Qualità e Certificazioni dott.ssa Gaia Navarra.
Il percorso di certificazione ISO 9001 del PDTA Beta Talassemie rappresenta una best practice all’interno dell’organizzazione e un concreto e continuo impegno al miglioramento per tutti gli attori coinvolti. In particolare, attraverso la certificazione, il PDTA Beta Talassemie intende garantire:
- il mantenimento degli standard di Qualità delle prestazioni erogate;
- l’appropriatezza dei percorsi;
- l’equità di accesso e standard omogenei nell’erogazione di prestazioni sanitarie sempre più personalizzate;
- la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale attraverso un Team dedicato che, in piena sinergia, definisce in modo coordinato il percorso ottimale per ogni singolo paziente, dalla diagnosi al follow up.
L’approccio metodologico messo in atto in sede di certificazione ha permesso di andare oltre la formalizzazione del documento-PDTA, abbracciando piuttosto l’intero modello di governance sulla patologia a beneficio dell’intera organizzazione e del paziente, ulteriormente valorizzato e validato da una Certificazione da parte dell’Ente di Certificazione CSQA secondo lo standard internazionale di Qualità ISO 9001.
“L’adozione di un PDTA certificato – dichiara Gaia Navarra - offre ai pazienti la garanzia di poter contare su una presa in carico tempestiva, un’offerta terapeutica efficiente, innovativa e aggiornata e un team multidisciplinare di specialisti altamente qualificati in ogni fase del percorso di cura. L’ottenimento della certificazione ISO 9001 ha rappresentato per il Centro non solo un meritato e prestigioso traguardo, ma anche l’occasione per conoscere ed applicare un metodo che fa dell’analisi dei processi e del confronto tra professionalità differenti i caratteri distintivi per attivare un ciclo virtuoso di miglioramento continuo”.
ENTE DI CERTIFICAZIONE CSQA, Direttore Generale e Amministratore Delegato dott. Pietro Bonato.
“Siamo molto soddisfatti di poter testimoniare e consegnare di persona la certificazione di questo PDTA che rende evidente l’attenzione verso i pazienti e le parti interessate sulla patologia della Beta Talassemia, garantendo i percorsi che accompagnano il paziente nel processo di diagnosi e cura. CSQA, come organismo di certificazione a controllo pubblico - unico nel suo genere - nelle certificazioni dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) garantisce l’applicazione delle evidenze scientifiche, la comunicazione tra i membri del team, pazienti e caregivers, il coordinamento del processo di assistenza, la valutazione degli outcomes e l’appropriatezza delle risorse”.
GISEG – GRUPPO ITALIANO SALUTE E GENERE - e IMG – MEDICINA DI GENERE, Presidente prof.ssa Annamaria Moretti.
“Riconoscere e valorizzare le differenze di genere permette di erogare cure appropriate: questo concetto sottolinea la necessità di impostare politiche orientate ad aumentare strategie efficaci per affrontare le disuguaglianze di genere nei servizi sanitari e garantire alle persone la cura migliore. Quest’ottica è stata applicata anche al percorso di certificazione del PDTA Beta Talassemie”.
“La ‘medicina di genere’ costituisce oggi un vero e proprio cambio di cultura nell’approccio al paziente ed una nuova sfida alle conoscenze mediche, costruito non solo in ambito di differenze biologiche, ma anche in ottica di differenze sociali, economiche, culturali, religiose. Se, infatti, agli esordi considerava solo la differente espressione clinica delle malattie tra l’uomo e la donna, oggi numerosi sono i parametri di interpretazione delle differenze. La valutazione di tali differenze di sesso e genere costituisce oggi un elemento fondamentale per lo sviluppo di una ‘medicina equa, appropriata ed inclusiva’ e l’utilizzo di indicatori specifici deve costituire parte integrante anche dei programmi di ricerca, formazione e comunicazione. Il rapporto fra impatto di malattia ed organizzazione sanitaria territoriale ed ospedaliera costituisce un elemento fondamentale di riflessione. E’ quindi importante che le istituzioni sviluppino programmi per la conoscenza, la formazione e la promozione della salute e prevenzione delle malattie, investano nei sistemi di assistenza primaria, trasferiscano l'assistenza sanitaria sul territorio, potenziando le cure ambulatoriali e domiciliari più accessibili e meno costose, con una particolare attenzione al rapporto tra indicatori di genere e sostenibilità sociale. La dimensione di genere nella salute è pertanto una necessità di metodo e analisi che diventerà presto, speriamo, strumento di governo e di programmazione sanitaria”.