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Un intervento chirurgico innovativo è stato eseguito presso l’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara diretta dal prof. Manlio Galiè, permettendo di salvare l’occhio e preservare la vista di un piccolo paziente di soli tre mesi, affetto da una malformazione rarissima che avrebbe potuto compromettere in modo irreversibile non solo la funzione visiva, ma anche lo sviluppo delle strutture circostanti.
Il risultato è stato possibile grazie alla stretta collaborazione multidisciplinare tra i professionisti della Chirurgia Maxillo-Facciale, Pediatria, Anestesia e Chirurgia Pediatrica, Neonatologia, Oculistica, Neurochirurgia, Neuroradiologia, Neurofisiologia e la Direzione Assistenziale (attraverso il contributo delle dott.sse Paola Caponcelli e Valentina Cammarere) che hanno unito competenze altamente specialistiche per affrontare una sfida di grande complessità.
UN CASO RARISSIMO E UN INTERVENTO SALVAVITA. Le cisti glio-ependimali sono malformazioni estremamente rare (riportati circa 44 casi in tutta la letteratura mondiale, di cui 4 in Italia), caratterizzate da una crescita anomala di tessuto che può compromettere gravemente la vista e le strutture anatomiche vicine.
Nel caso specifico del bimbo trattato, la cisti stava comprimendo l’occhio, mettendo a rischio non solo la vista, ma anche il corretto sviluppo dell’orbita e delle strutture periorbitali.
Il paziente, proveniente da Rimini, presentava una recidiva dopo un intervento per la malformazione orbitaria con compressione del bulbo oculare e del nervo ottico; grazie alla collaborazione in rete con la Neonatologia di Rimini era stato tempestivamente avviato ad una valutazione specialistica presso l’Ambulatorio di Neuroftalmologia Pediatrica di Ferrara.
A seguire è stata messa in atto un’attenta pianificazione preoperatoria, supportata da tecniche di imaging neuroradiologico ed oculistico. In questo modo è stato possibile individuare la strategia chirurgica più sicura ed efficace. L’intervento, svolto in team dal Chirurgo Maxillo-Facciale, l’Oculista e il Neurochirurgo ha richiesto una precisione estrema per rimuovere la malformazione senza compromettere i tessuti sani e garantire il miglior esito funzionale ed estetico possibile. La complessità dell’intervento è stata amplificata dalla presenza di una gravissima malformazione cardiaca che ha richiesto un’attenta pianificazione anestesiologica pediatrica al fine garantire la massima sicurezza durante l’operazione.
UN MODELLO DI ECCELLENZA E LAVORO DI SQUADRA. L’intervento rappresenta un importante traguardo per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, dimostrando l’importanza di un approccio integrato e multidisciplinare nella gestione di patologie complesse.
“Questo intervento è un esempio di come l’unione di competenze diverse possa fare la differenza per salvare non solo la vita, ma anche la sua qualità in un paziente così piccolo”, ha dichiarato il prof. Galiè. “La collaborazione fra tutti i professionisti è stata fondamentale per ottenere il miglior risultato possibile e offrire al piccolo la possibilità di una crescita normale con la conservazione della vista”.
La possibilità di preservare l’occhio – dichiara il prof. Marco Mura, direttore dell’Unità Operativa di Clinica Oculistica – e la funzione visiva in un caso così raro e complesso rappresenta un risultato straordinario”.
“Presso la Clinica Pediatrica di Ferrara, nell’ambito delle attività di Pediatria Neurologica, - mette in evidenza la prof.ssa Agnese Suppiej, Direttrice della Clinica Pediatrica del S. Anna - è attivo un ambulatorio dedicato alla neuroftalmologia pediatrica ed alle malattie rare oculari che comportano ipovisione e rischio per il neurosviluppo, in collaborazione con la Clinica Oculistica. Questo intervento è un esempio di come l’integrazione tra competenze può consentire un inquadramento diagnostico d’eccellenza. Ove tali competenze si coniugano con una chirurgia d’avanguardia dedicata al distretto oculare e maxillofacciale ciò può fare la differenza nella vita di un neonato. Preservare la vista nei primi mesi di vita è fondamentale per garantire un corretto sviluppo del sistema visivo e neurologico, e il successo di questo intervento apre nuove prospettive per la gestione di casi così rari e delicati”.
“La gestione anestesiologica di un neonato così piccolo – sottolinea il dott. Milo Vason, Responsabile dell’Unità Operativa di Gestione Anestesiologica delle Chirurgie Specialistiche afferente all’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione diretta dal prof. Carlo Alberto Volta - per di più affetto da una grave cardiopatia congenita, ha rappresentato una sfida estremamente complessa. E’ stato necessario un monitoraggio avanzato e un approccio altamente personalizzato per garantire la massima sicurezza durante tutto l’intervento”.
PROSPETTIVE PER IL FUTURO. Il piccolo paziente è ora in fase di recupero, con un attento monitoraggio clinico per garantire un corretto sviluppo delle strutture oculari e periorbitali. Grazie alla tempestività dell’intervento il bambino potrà crescere con un pieno sviluppo delle strutture facciali coinvolte; l’aver preservato l’occhio ed il nervo ottico da ora spazio ad una riabilitazione intensiva e specializzata delle funzioni visive e fa sperare in una buona prognosi visiva e neurologica.
L’esito di questa operazione rappresenta un ulteriore passo avanti per la chirurgia dei bambini - anche molto piccoli - con problematiche oculari e maxillo-facciali, aprendo nuove prospettive per il trattamento di malformazioni rare e complesse.
Nella foto, da sinistra: Paola Caponcelli, Milo Vason, Agnese Suppiej, Marco Mura, Manlio Galiè, Valentina Cammarere