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Il 12 maggio si celebra la Giornata mondiale della fibromialgia, una condizione clinica nota da tempo ma che solo nel 1992 ha ricevuto una più precisa definizione scientifica ed un riconoscimento formale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.


IL RUOLO DELLA MEDICINA GENERALE TERRITORIALE. L’iniziale presa in carico del paziente affetto da fibromialgia avviene nell’ambito dell’Assistenza Primaria, da parte del Medico di Medicina Generale (MMG). Nella gestione della patologia è di fondamentale importanza la correttezza della diagnosi (non sempre così agevole). In tale ambito il Medico di Medicina Generale svolge un ruolo molto importante per evitare ai pazienti trattamenti non necessari (o anche dannosi) e per indirizzarli al percorso per loro più appropriato che può prevedere, in casi selezionati, il coinvolgimento di altri professionisti: terapisti del dolore, psicologi, fisiatri, fisioterapisti, chinesiologi, terapisti occupazionali.


IL RUOLO DELL’AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA. Nella gestione della fibromialgia l’Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria di Ferrara (diretta dal prof. Marcello Govoni, nella foto) ha come mission fondamentale l’attività di consulenza per l’accertamento della diagnosi nei casi dubbi e la collaborazione multidisciplinare con altre figure specialistiche per la gestione dei casi refrattari alle terapie standard di primo livello. I pazienti possono accedere alla consulenza reumatologica di primo livello con semplice impegnativa del medico curante per una prima visita reumatologica presso l’ambulatorio specialistico generale della Reumatologia dell’ospedale di Cona.

Con la finalità di implementare l’integrazione tra Ospedale e Territorio e fornire ai pazienti fibromialgici una rete assistenziale completa, nel 2024, parte di un finanziamento regionale assegnato all’Azienda USL di Ferrara è stato destinato ad un Progetto – realizzato in collaborazione con gli specialisti reumatologi territoriali e l’Unità Operativa Complessa di Psicologia Clinica e di Comunità - intitolato “Programma di attività motoria a distanza per il mantenimento della performance fisica, consultazione e supporto psicologico nei pazienti con fibromialgia”. Il progetto - che ha lo scopo di offrire ai pazienti un programma di attività fisica e supporto psicologico, integrando la terapia farmacologica a quella non farmacologica, grazie ad un team multidisciplinare - è curato, per la parte chinesiologica, dalla dott.ssa Cecilia De Giorgio (chinesiologa AMPA - Attività Motoria Preventiva e Adattata) ed è attualmente operativo presso la Reumatologia dell’Ospedale di Cona. I percorsi, fruibili sia in presenza che in telemedicina (su richiesta dello specialista reumatologo) si svolgono presso l’ospedale di Cona e sono finalizzati a mantenere e migliorare la performance fisica, contrastare la perdita di forza e il decondizionamento muscolare, ridurre la rigidità articolare e il dolore cronico e, infine, favorire un migliore equilibrio psico-fisico e l’autonomia del paziente.


Sino ad oggi il paziente fibromialgico – mette in evidenza il prof. Govoni – riscontrava difficoltà per quanto riguarda la presa in carico e l’inserimento in percorsi di cura dedicati. Una buona notizia per i pazienti è che, recentemente, la malattia nelle sue forme più gravi è stata inserita dal Governo nell’elenco nazionale dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), consentendo a coloro che soddisfano determinati criteri di gravità (ora definiti grazie all’intensa attività di ricerca prodotta dal Registro Italiano della fibromialgia) di usufruire di alcune esenzioni per prestazioni quali visite di controllo e rieducazione motoria di gruppo. Un aspetto di fondamentale importanza è la definizione dei ruoli e compiti dei diversi professionisti della salute coinvolti nella gestione del paziente fibromialgico, la condivisione di strategie e percorsi terapeutici in modo interdisciplinare per fornire ai medici di medicina generale indicazioni utili per la gestione dei pazienti nell’ambito della assistenza primaria e definire criteri di accesso alle strutture specialistiche”.


IL RUOLO DELL’AZIENDA USL DI FERRARA. La rete reumatologica territoriale dell’Azienda USL di Ferrara (Referente dott.ssa Ilaria Farina) è presente su tutti i Distretti della provincia (Centro Nord, Sud Est e Nord Ovest). L’attività specialistica reumatologica è svolta presso le Case della Comunità di Cittadella S.Rocco a Ferrara, Terre e Fiumi a Copparo, di Portomaggiore – Ostellato e di Comacchio. Inoltre viene svolta presso l’ospedale del Delta a Lagosanto, l’Ospedale “Santissima Annunziata” di Cento e l’Ospedale “Mazzolani – Vandini” di Argenta.

Sul territorio vengono svolte le prime visite reumatologiche (richieste dai Medici di Medicina Generale o da altri specialisti e prenotabili in farmacia) per pazienti con sospette patologie reumatologiche, tra le quali anche la fibromialgia. Gli specialisti reumatologi svolgono un ruolo fondamentale nel riconoscimento della patologia e nella gestione e presa in carico dei pazienti, il tutto in collaborazione con MMG ed altre figure professionali. Dopo la diagnosi può essere garantita la presa in carico e la gestione nel tempo per una valutazione costante e accurata.


IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI. Da anni è attiva una stretta collaborazione tra la Reumatologia e l’Associazione regionale dei malati reumatici (AMRER), con la quale vengono organizzate iniziative educazionali. L’Associazione fornisce supporto informativo per i pazienti, anche per quanto riguarda percorsi terapeutici di attività fisica adattata, fruibili presso diversi stabilimenti termali della regione Emilia-Romgana, con i quali sono state poste in essere convenzioni ad hoc (“percorsi di idro-fibromialgia alle terme dell’Emilia-Romagna”).


IL RUOLO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI REUMATOLOGIA (SIR). La SIR in questi ultimi due anni ha profuso un grande impegno sul versante della riorganizzazione della rete assistenziale territoriale e ospedaliera reumatologica, esitato nella redazione di un progetto, articolato su più livelli di complessità, per contrastare in modo più efficace ed efficiente le malattie reumatologiche. Grazie alle interlocuzioni intercorse tra SIR e l’attuale Governo recentemente è stato anche presentato un DDL (n. 946) che “ha la finalità di tutelare il diritto generale alla salute del malato reumatico e in particolare delle persone affette da diverse malattie reumatologiche, tra le quali è specificatamente menzionata anche la fibromialgia”.


LA FIBROMIALGIA è più frequente nelle donne rispetto agli uomini e può svilupparsi a qualsiasi età. Si stima che la sua prevalenza sia compresa tra il 2-3% e l’8% della popolazione generale e l’incidenza tra 7-11 casi annui per 1.000 persone.

Si tratta di una condizione clinica complessa il cui quadro clinico è dominato dal sintomo del dolore ma può essere molto variegato, includendo altri sintomi somatici e neurovegetativi come cefalea tensiva o emicrania, colon irritabile, dismenorrea, uno stato di debolezza generalizzata, disturbi del sonno, disturbi del tono dell’umore (ansia, depressione), lievi disturbi cognitivi. La diagnosi è essenzialmente clinica ma può richiedere l’ausilio di alcuni accertamenti laboratoristici e strumentali per escludere altre patologie. L’approccio terapeutico, sebbene esistano indicazioni internazionali (linee guida EULAR), si basa ancora molto sull’esperienza del clinico e si avvale di un approccio articolato e multidisciplinare, necessariamente individualizzato, da adattare al singolo paziente in base alla tipologia dominante dei sintomi. Prevede inoltre un approccio primariamente di tipo non farmacologico (ginnastica dolce, attività fisica aerobica, percorsi cognitivo-comportamentali), ma anche farmacologico. Sebbene la patologia non sia pericolosa per la sopravvivenza il suo impatto sulla qualità di vita del paziente può essere molto rilevante.

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Ultimo aggiornamento

09-05-2025 10:05

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