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Lunedì 10 ottobre ricorre, come ogni anno, la Giornata mondiale della salute mentale. L’Azienda Usl e l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara aderiscono all’iniziativa organizzando diversi appuntamenti rivolti sia alla cittadinanza che ai professionisti del settore.
La giornata si pone l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull'importanza della diagnosi precoce e favorire l’accesso alle cure, aiutando a superare pregiudizi, stigma e paure legati alle malattie psichiche.
VISITE GRATUITE. All’interno delle attività dell’Unità Operativa di Psichiatria ospedaliera-universitaria diretta dal prof. Luigi Grassi - nella giornata di lunedì 10 ottobre, dalle ore 14.00 alle 16.00 - verranno offerte alla cittadinanza visite psichiatriche in presenza, dedicate ai disturbi del sonno ed ai disturbi d’ansia. Le visite sono rivolte a pazienti di età compresa tra 18 e 70 anni e avranno luogo presso l’Ambulatorio di Psichiatria Universitaria alla Cittadella della Salute “San Rocco” in c.so Giovecca, 203 (Area 7, piano 2). Per partecipare è obbligatoria la prenotazione, telefonando ai numeri 0532.236409 o 0532.237132 dal lunedì al venerdì, oppure inviando una mail a laura.palagini@unife.it e psichiatria@unife.it.
Nell'ambito dell'attività dell’ambulatorio di Psicopatologia e il Programma di Psico-Oncologia, viene dedicata attenzione alla salute mentale di genere e in particolar modo ai disturbi psicopatologici che possono interessare la donna nei suoi diversi cicli vitali, includendo anche il periodo mestruale, del peri-partum e menopausale. Il Servizio è diretto dalla dott.ssa Laura Palagini di UniFE ed è riconosciuto dalla Fondazione Onda, rappresentando una delle poche realtà Italiane ad occuparsi in maniera specifica degli aspetti psicopatologici nei diversi cicli vitali della donna, nell’ottica sempre più importante della personalizzazione delle cure per la salute mentale. Presso la stessa Area 7 piano 2 della cittadella “San Rocco” sono anche attivi gli ambulatori del Programma di Psico-Oncologia diretto dalla prof.ssa Rosangela Caruso di UniFE dedicati alle diverse forme di disagio emozionale secondarie alle patologie neoplastiche e ai loro trattamenti, con attenzione alle differenze di genere.
Questo appuntamento si inserisce all’interno dell’Open Day organizzato dalla Fondazione “Onda” (Osservatorio Nazionale sulle salute della Donna e di genere).
IL CONVEGNO. Un convegno di spessore internazionale dal titolo “Programmi di cura e progetti di vita: dalla psichiatria di comunità alla salute mentale di comunità” si terrà il 25 e il 26 novembre organizzato dal Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale dell'AUSL d Ferrara e dell'Istituto di Psichiatria dell'Univeristà d Ferrara in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitari S. Anna. L’evento scientifico si pone come un’articolazione didattica del Master dell'Università di Ferrara di 2° livello diretto dal prof. Luigi Grassi, “Trattamenti psicosociali orientati all’evidenza e al recovery nella psichiatria di comunità” giunto alla quinta edizione nel nuovo Accademico 2022/2023.
DATI E APPROFONDIMENTI CON LA DIRETTRICE DEL DIPARTIMENTO ASSISTENZIALE INTEGRATO (DAI-SMDP) DI SALUTE MENTALE DELL’AZIENDA USL. Quest'anno l’OMS ha indicato il tema della Salute mentale e del benessere per tutti come una priorità globale, facendo riferimento a un suo recente rapporto nel quale si rileva che una persona su otto vive con un disturbo mentale e che la pandemia da Covid-19 ha incrementato del 25% i disturbi depressivi e dello spettro ansioso. Lo stigma e le discriminazioni rivolte alle persone con problemi di salute mentale, inoltre, continuano ad essere forti barriere all’inclusione e all’accesso alle cure adeguate, creando forti iniquità in tema di salute e benessere.
Con l’istituzione della Legge 180/78, dalla quale sono nati i servizi di salute mentale e sono stati definitivamente chiusi gli ospedali psichiatrici, si è diffuso un nuovo modo di trattare e interpretare il disturbo psichiatrico, basato sul principio che le persone affette da malattie mentali non devono essere segregate ed isolate ma reinserite a pieno titolo nella società, riprendendosi i loro diritti di cittadinanza. La malattia mentale, seguendo lo spirito della legge del 1978, è infatti “una malattia come le altre e pertanto passibile di cura e anche di guarigione” e l'assistenza, la cura e la riabilitazione devono essere offerte nel luogo di vita delle persone affette.
“Negli ultimi anni quattro rilevanti fenomeni hanno contribuito a rendere più complesso il quadro e più difficile il compito di cura: l’aumento dell’incidenza e della prevalenza del disturbo mentale nella fase adolescenziale e in giovane età, la diffusione impressionante dell’uso di sostanze, il fenomeno migratorio e la pandemia del Covid 19”
afferma la direttrice del DAI-SMDP di Ausl Ferrara dott.ssa Paola Carozza. Che aggiunge: “nel nostro territorio la UONPIA (servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Infanzia e dell’Adolescenza) ha in cura 1694 giovani pazienti nella fascia di età 11-18 e, se il trend rimane questo, alla fine dell’anno in corso si arriverà a quota 2.258”. E prosegue: “per quanto riguarda invece il consumo problematico di sostanze psicoattive (alcune di queste conosciute anche come ‘smart drugs’) i dati ci dicono che esso è passato da 2,5% nel 2010 a 9% nel 2021”. La direttrice Carozza inoltre sottolinea: “altra fonte di preoccupazione è il tasso di incidenza e di prevalenza della malattia mentale nelle popolazioni migranti, che sono toccate da tale problema in una percentuale che va da un terzo al 50%. La pandemia Covid 19 non ha fatto altro che agire da detonatore su ragazzi e giovani, già costituzionalmente vulnerabili, e resi ancora più fragili dall’uso di sostanze, assunte il più delle volte a scopo auto-terapico”.
E per questo la dott.ssa Carozza afferma: “la situazione richiede un cambiamento di rotta nelle prassi e nelle organizzazioni dei servizi di salute mentale, verso cui il Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche (DAISMDP) di Ferrara, con il supporto e l’attenzione della Direzione Generale, si sta già orientando”. E spiega: “c’è la necessità di un facile accesso ai servizi. Serve una maggiore tempestività negli interventi e una maggiore pro-attività, ossia la fuoriuscita dei professionisti dagli ambulatori per raggiungere i pazienti nel luogo di vita, superando l’atteggiamento di attesa (aspettare che sia il paziente a recarsi in servizio). Serve inoltre attenzione per offrire trattamenti basati sull'evidenza scientifica e orientati alla ripresa della salute mentale, oltre ad una maggiore integrazione tra i servizi di salute mentale adulti, i servizi delle dipendenze patologiche, quelli per l’infanzia e l’adolescenza, nonché l’integrazione delle azioni anche con il reparto psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale di Cona”.
La Direttrice del Servizio propone anche “un maggior collegamento con le interfacce sanitarie (ad esempio il medico di medicina generale, area della disabilità) e sociali (ASP, Comune, Associazioni, Scuola). E’ anche necessario il superamento del modello organizzativo a “silos” dove i diversi servizi lavorano in modo parallelo o sequenziale, ma sostanzialmente sono separati e non si interconnettono, per transitare al modello di rete o user-centered, dove il cittadino riceve una risposta coerente e omogenea in qualunque nodo dell’organizzazione venga a contatto”.
“Per ultime, ma non meno importanti – evidenza la dott.ssa Carozza - sono le competenze professionali del personale. Oggi a nuovi bisogni servono nuove conoscenze, nuove abilità e nuove attitudini, per cui massima deve essere l’attenzione agli operatori che quotidianamente affrontano la sfida che la malattia mentale comporta. E’ importante non lasciarli soli e senza strumenti, occupandosi della loro motivazione e anche del loro benessere. Non bisogna, infatti, sottovalutare quanto i risultati di salute mentale nelle persone che sono affette da disturbo psichiatrico dipenda in gran parte dalla motivazione e dai livelli di competenza professionale del personale, a prescindere dalla loro categoria professionale”.
“E’ necessario ribadire l’importanza della lotta allo stigma, ossia all’identificazione delle persone con malattia mentale con gli stereotipi negativi, - conclude la dott.ssa Carozza – che ancora oggi vengono attribuiti al disturbo psichiatrico”.
Nota stampa congiunta con Azienda USL di Ferrara