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Da alcuni anni in tutto il mondo il 22 febbraio si celebra il World Encephalitis Day, ovvero la Giornata Mondiale delle Encefaliti. La ricorrenza si pone l’obiettivo di divulgare informazioni riguardanti questo gruppo di patologie - per cui sono stati ottenuti importanti progressi nella diagnosi e nella terapia - ma che richiedono una maggiore consapevolezza da parte della popolazione e dei medici per poter sospettare precocemente la malattia, accorciando i tempi della diagnosi. Per sensibilizzare la popolazione sono nati il progetto internazionale “Illuminare l’Encefalite”, che prevede l’illuminazione di rosso dei monumenti delle città che aderiscono, e la campagna “RED4WED” (in Rosso per la World Encefalitis Day) che invita tutte le persone a indossare qualcosa di rosso, condividendo le proprie fotografie sui social media.


L’encefalite è un processo infiammatorio del sistema nervoso centrale - per lo più a carico dell’encefalo, ma spesso con associato coinvolgimento delle meningi (meningoencefalite) o del midollo (encefalomielite) o talora di entrambi - configurando quadri compositi di meningo-encefalo-mielite. Le sue cause sono molteplici, infettive e autoimmuni, talvolta difficili da individuare.

I sintomi iniziali possono essere subdoli e aspecifici come mal di testa, febbre, dolori muscolari e articolari, fatica e debolezza. Questi possono evolvere in quadri più gravi, sino a stati confusionali, di agitazione, crisi epilettiche, disturbi neurologici (paresi), allucinazioni, vista sdoppiata, nausea e vomito, rigidità, fino al coma. Spesso la guarigione è completa ma possono residuare deficit, talvolta anche gravi, per cui potrebbe essere difficoltoso, per chi è colpito da questa malattia, riprendere le consuete attività come il ritorno al lavoro o agli studi. Questo anche in considerazione del fatto che possono persistere difficoltà di attenzione e di memoria, difficoltà di concentrazione, cambiamenti del comportamento, aumentata affaticabilità e talvolta epilessia.

La diagnosi di encefalite vede impegnati medici di diverse specializzazioni, in primo luogo neurologi, infettivologi e microbiologi e può essere supportata da diversi esami laboratoristici e strumentali come l’esame liquorale, l’EEG, e la TC/RM encefalo.


Ogni anno, nel mondo, sono circa 500.000 le persone colpite da encefaliti, un numero ancora molto alto. Il territorio ferrarese vede, in media, tra le 10 e le 20 encefaliti all'anno. Quella che impatta maggiormente è quella da West Nile virus, che può variare da 1 o 2 casi all'anno fino a 15. L'altra forma di encefalite che presenta una maggiore incidenza è quella erpetica con 3-4 casi all’anno. Le forme autoimmuni e paraneoplastiche, invece, sono piuttosto rare e variano da 0 a 5 casi all'anno.


L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, negli ultimi anni, si è dotata di moderne ed innovative tecnologie di laboratorio, che consentono una rapida e precisa definizione delle cause di queste importanti ed emergenti patologie infiammatorio/infettive cerebrali.

L’impegno dei medici e del personale delle Unità Operative di Neurologia (Direttore Facente Funzioni, dott.ssa Daniela Gragnaniello) e di Malattie infettive (diretta dal dott. Marco Libanore) del Sant’Anna, oltre che nella diagnosi e nella cura di queste malattie, è rivolto anche a sensibilizzare la cittadinanza, ricordando che per prevenire l'encefalite infettiva (trasmessa da virus) sono necessarie poche semplici regole:

- seguire buone norme igieniche, lavando le mani bene e spesso con acqua e sapone, soprattutto dopo aver usato il bagno e prima e dopo i pasti;

- non scambiare stoviglie, bottiglie e bicchieri con altre persone;

- vaccinarsi contro i virus che possono causare l'encefalite;

- proteggersi dalle punture di insetti.



Nella foto, da sinistra: Daniela Gragnaniello, Marco Libanore

Ultimo aggiornamento

21-02-2023 11:02

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