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Come ogni anno il 24 marzo si celebra la Giornata mondiale della tubercolosi, nata per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle drammatiche conseguenze sanitarie, sociali ed economiche determinate da questa malattia e per intensificare gli sforzi per eliminare questa epidemia globale.
L’UNITÀ OPERATIVA DI MALATTIE INFETTIVE DELL’AZIENDA OSPEDALIERO–UNIVERSITARIA DI FERRARA (diretta dal dott. Marco Libanore, nella foto) è presente nel trattamento di questa patologia con un’attività clinica ed ambulatoriale. Il Reparto del Sant’Anna segue annualmente diverse decine di casi di tubercolosi e svolge attività di chemioprofilassi antitubercolare in persone con infezione latente a rischio di sviluppare la malattia conclamata. L’Unità Operativa dell’ospedale di Cona è l’unica dotata di stanze di isolamento a pressione negativa per il ricovero delle forme bacillifere altamente contagiose. La Sezione di Microbiologia Clinica dell’ospedale di Cona, con la quale il Reparto collabora quotidianamente, svolge un importante supporto diagnostico, consentendo di identificare anche eventuali forme di resistenza, favorendo un trattamento modulato in rapporto ai profili atipici riscontrati.
Assieme alle Malattie Infettive, nel trattamento di questi pazienti, collaborano anche la Pneumologia dell’Ospedale di Cona e quella del Territorio (dirette rispettivamente dal prof. Alberto Papi e dal dott. Marco Contoli).
LA PATOLOGIA. La tubercolosi (TBC) costituisce la più antica e famosa malattia che affligge l’umanità. Considerata, nel recente passato, scomparsa, è tuttora la più diffusa patologia infettiva a livello globale, con 10 milioni di nuovi casi all’anno e 4.500 decessi al giorno. In Italia i dati sono fortunatamente inferiori, con circa 3.000 casi all’anno, ma purtroppo stabili, per l’insorgere di nuove problematiche, quali la multiresistenza ai farmaci e la presenza di sempre nuovi fattori di rischio, come ad esempio il binomio diabete e TBC o immunodepressione e tubercolosi. La tubercolosi rimane una malattia con importanti risvolti sociali legati all’emarginazione, scarsa igiene, povertà, malnutrizione e stigma, generando spesso repulsione verso chi è ammalato. L’importante è sapere che la tubercolosi è facilmente curabile ed a costi più che accessibili. Trattandosi di un’infezione che necessita di un trattamento prolungato e complesso, le difficoltà maggiori sono legate alla compliance e all’aderenza dei pazienti interessati, appartenenti, come si è avuto modo di osservare nella nostra realtà, soprattutto negli ultimi anni, agli strati più disagiati della popolazione.