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Sabato 30 novembre 2024 verrà celebrata la Giornata di sensibilizzazione sul cancro allo stomaco, la quinta neoplasia più comune per incidenza.
Ogni anno si registrano in Italia circa 15.000 nuovi casi di tumore allo stomaco (80 casi all’anno circa nella sola provincia di Ferrara) e la diagnosi è spesso tardiva: infatti solo 1 caso su 5 viene diagnosticato in fase precoce. Per quanto riguarda l’esofago sono stimati circa 2.480 nuovi casi all’anno a livello nazionale (17 casi all’anno circa nella sola provincia di Ferrara) con una sopravvivenza che si attesta intorno al 13% per le donne e del 22% per gli uomini. Il trend è in diminuzione grazie ai miglioramenti nella diagnosi e alle efficaci campagne di sensibilizzazione ed informazione nella popolazione (anche con l’ausilio delle associazioni dei pazienti, molto presenti). Queste azioni hanno portato alla riduzione di alcuni tra i principali fattori di rischio, come l’opportuna modifica delle abitudini alimentari e le diagnosi precoci di infezione batterica da H. Pilory, oggi facilmente curabile con terapia antibiotica. Il tasso di mortalità è però ancora molto alto, rappresentando la quarta causa di morte per tumore.
In questi ultimi anni si è però assistito ad un progressivo miglioramento della sopravvivenza globale e della qualità di vita della maggior parte dei pazienti affetti da questo tumore, grazie alla progressiva implementazione nella pratica clinica di complesse strategie terapeutiche multimodali che hanno consentito il passaggio dalla gestione di una neoplasia quasi “orfana” - in termini di possibili trattamenti efficaci - ad una neoplasia potenzialmente curabile.
“Tutto questo - dichiara la prof.ssa Luana Calabrò, Direttrice dell’UNITÀ OPERATIVA DI ONCOLOGIA CLINICA DELL’AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA - grazie non solo al miglioramento ed affinamento delle tecniche chirurgiche e radioterapiche, ma soprattutto grazie all’avvento di nuove classi di farmaci che hanno permesso cure sempre più efficaci e personalizzate. Sto parlando degli anticorpi monoclonali diretti contro checkpoint immunologici inibitori, e anticorpi farmaco-coniugati, già ampiamente utilizzati in tanti altri istotipi tumorali. Recenti evidenze scientifiche hanno peraltro dimostrato che a trarre il maggior beneficio da questi farmaci più innovativi sono alcune categorie di pazienti il cui tumore presenta specifiche caratteristiche biologiche o presenza di peculiari assetti genetici. In questo senso un ruolo cruciale è rivestito dall’Anatomia Patologica e dal Laboratorio di biologia molecolare presenti presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, che consentono di studiare approfonditamente il tumore, dando quindi la possibilità di scelte terapeutiche ritagliate su misura per i pazienti”.
Inoltre, presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, è stato da circa 1 anno istituito il Board interdisciplinare di immuno-oncologia (coordinato dalla prof.ssa Calabrò), costituito da un team multispecialistico di professionisti (tra cui il neurologo, cardiologo, endocrinologo, gastroenterologo e pneumologo) che affiancano l’oncologo per una più pronta e risolutiva gestione degli effetti collaterali dai nuovi farmaci immunoterapici, consentendo al paziente di proseguire il percorso di cura.
“In aggiunta all’affinamento delle tecniche diagnostiche e all’innovazione terapeutica – mette in evidenza la dott.ssa Ilaria Carandina, referente oncologa per le neoplasie del distretto gastro-intestinali presso l’Oncologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara - un ulteriore fondamentale contributo al miglioramento delle aspettative di vita dei pazienti con tumore gastrico è rappresentato dalla maggiore attenzione, sin dalle fasi precoci di malattia, alle alterazioni dell’assetto nutrizionale e più in generale dello stato funzionale dei pazienti. Questi spesso risultano inficiati sia dalla presenza stessa della neoplasia sia dai trattamenti oncologici (chirurgici, radioterapici, farmacologici), tanto da poter compromettere non solo la qualità di vita ma anche la possibile adesione a tali trattamenti salvavita”.
“Di qui la necessità - continua la dott.ssa Carandina - di istituire formalmente nella provincia di Ferrara il PDTA per le neoplasie gastriche, nell’ambito di percorsi diagnostici-terapeutici già dedicati, disponibili ed operativi presso le nostre Aziende ferraresi, allo scopo di una presa in carico precoce del paziente e di un’efficace orchestrazione di tutte le figure professionali (gastroenterologi, radiologi e medici nucleari, anatomopatologi e biologi molecolari, chirurghi, endoscopisti, radioterapisti, oncologi, nutrizionisti, fisioterapisti, endocrinologi, palliativisti, psico-oncologi, case manager infermieristico). Questo percorso è necessario sia per l’individuazione della migliore strategia terapeutica per il paziente, sia per la sua realizzazione nei tempi e nelle modalità necessari a garantire a ciascuno la miglior prognosi possibile”.
“Il PDTA – mette in evidenza il Direttore della GASTROENTEROLOGIA DELL’OSPEDALE DI CONA, dott. Alberto Merighi) - risponde ad un’esigenza di integrazione multidisciplinare e multi professionale e di sviluppo della presa in carico del paziente nella fase diagnostica, di stadiazione, terapeutica e dei controlli successivi. In particolare la stretta collaborazione fra il Medico di Medicina Generale o altro medico richiedente la Esofagogastroduodescopia (EGDS), caratterizza il PDTA favorendo una miglior appropriatezza e tempistica dell’esame. La EGDS ha un ruolo diagnostico fondamentale e consente la visualizzazione delle lesioni anche in fase iniziale e la caratterizzazione delle lesioni mediante esame istologico. Lo sviluppo dell’endoscopia digestiva, oltre al ruolo diagnostico che è in evoluzione grazie alle applicazioni dell’intelligenza artificiale, ha portato a giocare – in casi selezionati - anche un ruolo terapeutico con le resezioni endoscopiche di lesioni iniziali e con il trattamento di complicanze e di ostruzioni nelle fasi avanzate di malattia, ad esempio mediante posizionamento di stent. Il ruolo del Gastroenterologo, che è componente del gruppo multidoisciplinare, è cruciale nelle nella discussione e nella presa in carico. Inoltre vorrei sottolineare il prezioso contributo dell’Associazione dei pazienti “Vivere senza stomaco si può”.
L’UNITÀ OPERATIVA DI ANATOMIA PATOLOGICA (Direttore prof. Giovanni Lanza), oltre ad effettuare la diagnosi istologica di carcinoma, valuta una serie di parametri istologici, immunoistochimici e biomolecolari necessari per la stadiazione della neoplasia e per la definizione della prognosi. Il patologo ha inoltre il ruolo di ricercare sui tessuti biomarcatori predittivi di risposta alla immunoterapia e alle terapie target, la valutazione dei quali consente all’oncologo di individuare una terapia specifica per ciascun paziente utilizzando i più moderni presidi terapeutici.
IL PDTA SUL TUMORE GASTRICO ED ESOFAGEO. Lo strumento indispensabile per ridurre le diagnosi tardive è rappresentato da una nuova organizzazione interna all’ospedale in raccordo con il territorio, alla cui base vi è l’approccio multidisciplinare alla patologia. L’Azienda di Ferrara ha ritenuto indispensabile redigere un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) sul tumore dello stomaco e dell’esofago. Questa scelta è stata coincidente con l’avvio, presso l’ospedale di Ferrara, dell’operatività della nuova piattaforma per l’effettuazione di chirurgia assistita da robot, accompagnata dall’arrivo di professionisti con specifica esperienza nell’utilizzo di questi strumenti.
Al fine di procedere alla costruzione del PDTA è stato coinvolto attivamente, in un percorso di redazione durato diversi mesi, un gruppo di lavoro composto da 40 interlocutori, espressione di tutte le figure professionali utili a rispondere ai bisogni di salute degli ammalati affetti da queste patologie, in ogni fase della loro malattia tra ospedale e territorio.
Nello specifico sono stati coinvolti, oltre ai medici di medicina generale ed alle associazioni di volontariato, le seguenti professionalità: Anatomopatologi, Case manager, Chirurghi Generali, Chirurghi Toracici, Ecografisti Interventisti, Endocrinologi, Epidemiologi, Farmacisti, Fisiatri, Gastroenterologi, Genetisti, Infermieri della Direzione Assistenziale, Medici di Direzione, Medici Nucleari, Nutrizionisti, Odontostomatologi, Oncologi, Palliativisti, Psichiatri, Psico oncologi, Radiologi, Radiologia interventistica, Radioterapisti.
L’obiettivo è stato proprio quello di garantire ai pazienti una medicina personalizzata per consentire il miglior percorso di cura possibile disegnando un percorso dedicato e definendo indicatori per la valutazione del medesimo.
Ferrara si posiziona come apripista in Emilia-Romagna, stabilendo nuovi standard per la gestione delle patologie oncologiche. L'implementazione del PDTA rappresenta un passo significativo verso il miglioramento della qualità delle cure e dell'efficienza dei servizi sanitari offerti ai pazienti affetti da tumore gastrico ed esofageo.
L’ASSOCIAZIONE “VIVERE SENZA STOMACO SI PUO’”. “L’associazione che rappresento – commenta la Presidente Claudia Santangelo - è l’unica in Italia che si occupa di chi vive senza stomaco per tumore. Attualmente ha oltre 5000 iscritti e la sede è a Ferrara ed è di livello nazionale. Gli obiettivi dell’Associazione sono quelli di sensibilizzare, informare, divulgare, fare prevenzione e offrire sostegno pratico, umano e psicologico relativamente al tumore allo stomaco. Il sodalizio inoltre contribuisce a sostenere ricerca e sperimentazione relative a questo tipo di cancro. Abbiamo un forum e un help line attiva 24 ore molto attivo. Ci siamo dotati di un sito web (http://www.viveresenzastomaco.org ) dove è possibile trovare informazioni specifiche, libretti, storie di pazienti, video ricette, eventi, ecc; ma soprattutto una sezione dedicata ai soci in cui è possibile trovare gratuitamente la consulenza di esperti quali: oncologo, nutrizionista, gastroenterologo, anatomo patologo, psicologo, avvocato, medico di medicina generale e dentista”.
“Siamo componenti – prosegue Santangelo - dei gruppi di lavoro delle reti oncologiche, del Progetto ICARE (psicologi) di AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica - e siamo estensori, insieme ai clinici, della revisione che annualmente viene redatta delle linee guida sullo stomaco, sempre a cura di AIOM. Sono note le positive ricadute cliniche, gestionali, ecc., della presenza di un PDTA nella storia naturale del paziente. In Emilia Romagna, fino ad oggi non era presente un PDTA sullo stomaco e sull’esofago e Ferrara si sta dimostrando, per tempestività e valore, all’avanguardia con la “costruzione” di un percorso che raccoglie tutte le figure professionali che devono intervenire per la cura del paziente. Rilevante inoltre la centralità, espressa in questo PDTA, del raccordo ospedale/territorio prima e dopo l’intervento. Centralità che consente, tramite il fattivo coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, una diagnosi precoce che sicuramente cambierà le “geometrie” dei numeri di sopravvivenza ai 5 anni del tumore allo stomaco. Purtroppo ora solo 32 persone su 100 sopravvivono. Ma questa nuova e grande organizzazione sono certa modificherà questi numeri, intercettando malati in fase precoce. Quest’anno, in occasione della giornata di sensibilizzazione mondiale sul tumore allo stomaco, presenteremo un libretto (sia cartaceo, sia scaricabile on line) sulla nutrizione del paziente gastroresecato. Abbiamo inoltre girato, per sensibilizzare la popolazione, un video attraverso il quale vogliamo veicolare il messaggio che il tumore allo stomaco non ha sempre un esito infausto ma… mette “semplicemente” un punto nella nostra vita. PUNTO E A CAPO… si ricomincia perché vivere senza stomaco si può”.