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In occasione della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi Venosa, che si celebra annualmente il 16 aprile, le Aziende Sanitarie ferraresi confermano il loro forte impegno nella gestione di questa patologia attraverso l’attività di diversi servizi dell’Ospedale di Cona e dell’Azienda USL.


In primo luogo l’Ambulatorio di Diagnostica Vascolare non Invasiva, che fa capo all’Unità Operativa di Medicina Interna Ospedaliera 2, diretta dal dott. Piergiorgio Gaudenzi. Una delle principali novità è l’imminente avvio del progetto “Prestazione Ambulatoriale Complessa per la Diagnosi e la Terapia del paziente con Trombosi Venosa”. Questo Servizio prevede un accesso diretto all’Ambulatorio per i pazienti con sospetta Trombosi Venosa Profonda (TVP) degli arti inferiori inviati dal Medico di Medicina Generale (MMG), bypassando il passaggio attraverso il Pronto Soccorso generale.

La dott.ssa Lisa Giusto, Responsabile del progetto, mette in evidenza che “le innovazioni attese riguardano sia i MMG che i servizi aziendali coinvolti (PS, Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, Specialisti Ambulatoriali, Medici dei Day-Hospital, ecc) che avranno un canale preferenziale, dedicato e di facile utilizzo, che consentirà in tempi molto rapidi di fornire una risposta alle problematiche diagnostiche e terapeutiche di tale patologia. Il tutto con la possibilità di gestire i pazienti in un centro specialistico, qualificato e dedicato a questo specifico problema clinico”. La dott.ssa Giusto si avvale della collaborazione del dott. Daniele Deplano e del dott. Carmine Costantino.


Questo importante passo avanti è reso possibile dalla stretta collaborazione con i professionisti dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, diretta dal prof. Aaron Thomas Fargion, con i Medici di Medicina Generale (coordinati dal dott. Franco Romagnoni, Direttore del Dipartimento Cure Primarie –DCP - e dal dott. Luca Catapano, Referente di Distretto per il Distretto Ovest e DCP per la Medicina Generale presso l'AUSL di Ferrara), e con il Centro della Coagulazione diretto dal prof. Gianluca Campo, afferente all’Unità Operativa di Cardiologia diretta dal prof. Gabriele Guardigli.

L’Ambulatorio di Diagnostica Vascolare non Invasiva offre un servizio di diagnostica strumentale a 360°, occupandosi anche di quadri acuti (come il percorso TIA - attacco ischemico transitorio - / ictus ischemico in collaborazione con il PS Generale diretto dalla dott.ssa Chiara Pesci), follow-up, patologie infiammatorie reumatologiche e quesiti vascolari urgenti. Svolge inoltre attività didattica e di tutoraggio per medici in formazione.

Il prof. Fargion e il dott. Gladiol Zenunaj, della Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, evidenziano come “le trombosi venose rappresentano una condizione di rilievo per la sanità pubblica. Possono essere responsabili di eventi acuti gravi come l’embolia polmonare, che compromette in modo diretto la vita del paziente. Ma le conseguenze non si esauriscono nel breve termine. Una trombosi, infatti, può determinare nel tempo un malfunzionamento cronico del sistema venoso profondo e superficiale portando a una sindrome post-trombotica, caratterizzata da edema persistente, dolore cronico e, nei casi più gravi, comparsa di ulcere flebostatiche di difficile guarigione, con un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente e sulla sanità pubblica. Il trattamento della trombosi si basa innanzitutto su una terapia medica: somministrazione di anticoagulanti, terapia fisica e modifiche dello stile di vita. Il chirurgo vascolare interviene in una fase ben definita del percorso terapeutico e il suo ruolo diventa cruciale. Questo avviene – proseguono i professionisti - quando è necessario rimuovere urgentemente il materiale trombotico, oppure quando la terapia medica non è praticabile o si dimostra inefficace. In questi contesti il chirurgo vascolare mette a disposizione competenze specifiche e tecniche endovascolari avanzate come trombo-aspirazione, trombolisi farmacologica o riapertura delle vene occluse mediante stent venosi dedicati, contribuendo in modo decisivo alla risoluzione del quadro clinico acuto e quello cronico”.

Inoltre queste tecnologie avanzate permettono trattamenti mininvasivi con tempi di ricovero ridotti e migliori esiti a lungo termine. L’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare è attrezzata per affrontare queste situazioni con un’équipe multidisciplinare esperta.


Il prof. Gianluca Campo delinea il meccanismo della trombosi, “che consiste nella formazione di un coagulo (trombo) per l'attivazione delle piastrine e dei fattori della coagulazione. Tutte le principali malattie cardiovascolari hanno alla base un'alterazione nei processi di trombosi. Per esempio l'infarto miocardico acuto è dovuto ad un trombo che si forma sulla placca aterosclerotica e occlude la coronaria. Un altro esempio è quello che avviene nei pazienti con fibrillazione atriale, dove l'assenza di contrazione armoniosa nell'atrio di sinistra fa formare un trombo nella zona dell'atrio sinistro che si chiama “auricola sinistra! e questo può staccarsi e dare un ictus. Per fortuna oggi sono a disposizione molte tecniche e farmaci per gestire queste formazioni trombotiche. Esiste l'angioplastica coronarica per aprire il vaso chiuso dalla trombosi che sta dando l'infarto miocardico. Esistono i farmaci anticoagulanti per prevenire la formazione di trombi dei pazienti con fibrillazione atriale. Esiste la procedura di chiusura percutanea dell'auricola sinistra per quei pazienti con fibrillazione atriale che hanno una controindicazione assoluta a prendere i farmaci anticoagulanti. La cosa più importante rimane come sempre la prevenzione cardiovascolare che permette di evitare di doversi trovare a richiedere queste cure e farmac: controllo scrupoloso della pressione arteriosa, del colesterolo cattivo LDL (che deve essere il più basso possibile) e della glicemia”.


Anche il Laboratorio Unico Provinciale svolge un ruolo cruciale nella lotta contro le trombosi. La dott.ssa Sara Ghisellini, Direttrice del Servizio, afferma: “il Laboratorio riveste un ruolo indispensabile nella lotta contro le trombosi, costituendo un punto di riferimento sia per la diagnosi precoce di queste patologie che per il monitoraggio dell’efficacia terapeutica. Grazie ad un’attività diagnostica accurata e tempestiva, infatti, è possibile rilevare precocemente alterazioni della coagulazione, contribuendo in maniera significativa alla prevenzione, al trattamento e alla gestione delle complicanze trombotiche. Il Laboratorio mette a disposizione dei clinici una gamma completa di test: dagli esami di primo livello, utili per una valutazione iniziale, fino a quelli di secondo livello, più approfonditi e specifici, pensati per indagare i casi complessi. Questo approccio integrato consente di identificare precocemente i pazienti a rischio e di monitorare con precisione la risposta alle terapie anticoagulanti”.
Il Servizio collabora attivamente con il Centro di Fisiopatologia della Coagulazione, nato dall’integrazione tra le Unità Operative di Ematologia (diretta dal prof. Antonio Cuneo) e Cardiologia. Inoltre il Laboratorio sta collaborando all’organizzazione del progetto “INR a domicilio” per pazienti fragili, con monitoraggio da remoto tramite telemedicina (ancora non attivo), come spiega la dott.ssa Ghisellini: “attraverso l’applicazione dei principi di telemedicina, il Laboratorio manterrà la responsabilità del controllo e del monitoraggio da remoto sia dei dati rilevati che della funzionalità degli strumenti. Questo approccio permetterà di garantire elevati standard di qualità del processo analitico e la sicurezza del risultato, promuovendo al contempo un modello di medicina di prossimità sempre più attento e vicino ai reali bisogni dei pazienti”.


Il prof. Paolo Zamboni, Direttore del Servizio Programma Malattie Vascolari dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, fornisce dati significativi sulla realtà locale: “in un bacino come la provincia di Ferrara la trombosi venosa profonda, che è la malattia che precede l’embolia polmonare, registra 282 casi ogni 100.000 abitanti e l’embolia polmonare, che da essa deriva a causa del distacco di frammenti del trombo venoso, colpisce 158 persone ogni 100.000 abitanti. Purtroppo in 102 persone ogni 100.000 abitanti l’embolia polmonare è fatale. Dal 20% sino al 50% dei casi la trombosi venosa profonda può inoltre divenire causa di una malattia estremamente disabilitante che si verifica qualche anno dopo: la Sindrome post trombotica. Le gambe diventano cronicamente dolenti, gonfie, pesanti, con la pelle scura, sviluppando spesso dolorosissime ulcerazioni. Con orgoglio devo dire che, grazie alla collaborazione del prof. Roberto Galeotti, siamo riusciti a mettere a punto a Cona un nuova tecnica chirurgica endovascolare per la sindrome post trombotica. La nuova procedura, che è stata descritta sul prestigioso Journal of Endovascular Therapy, permetterà in futuro grandi miglioramenti. È così minimamente invasiva che può essere eseguita anche in regime di Day Surgery”.


A completare il quadro, l’Unità Operativa di Ematologia dell’Ospedale di Cona (diretta del prof. Antonio Cuneo) interviene, in una stretta interazione con gli altri servizi, attraverso:

  • l'inquadramento diagnostico e terapeutico di pazienti con predisposizione a sviluppare la trombosi venosa profonda mediante gli screening genetici della trombofilia, effettuati in laboratori specializzati;
  • la diagnostica e la terapia di pazienti con disturbi complessi della coagulazione in un ambulatorio dedicato;
  • la prescrizione e il monitoraggio della terapia anticoagulante orale (TAO) con antagonisti della vitamina K.

Per i pazienti che hanno difficoltà documentate a recarsi a visita ambulatoriale, è attivo un servizio di assistenza domiciliare per la gestione del prelievo e l'invio della terapia al domicilio del paziente mediante smartphone o altri strumenti informatici.


LA TROMBOSI VENOSA PROFONDA (TVP) degli arti rappresenta un problema sanitario di notevole importanza epidemiologica e clinica, con un’incidenza stimata tra i 50 e i 120 nuovi casi ogni 100.000 abitanti all’anno. Applicando questi dati alla popolazione di Ferrara, si stima un’incidenza tra i 66 e i 160 nuovi casi all’anno. La TVP è una patologia seria e potenzialmente fatale, potendo evolvere in embolia polmonare nel 50% dei casi in assenza di diagnosi e trattamento tempestivi. La difficoltà nella gestione ambulatoriale risiede nella non specificità dei sintomi, con solo il 10-20% dei sospetti clinici confermati da test diagnostici. Per questo motivo un percorso diagnostico terapeutico standardizzato e dedicato è indispensabile per una diagnosi precoce e accurata.




Nella foto parte del gruppo multidisciplinare che si occupa della patologia.

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Ultimo aggiornamento

16-04-2025 13:04

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