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Bilancio molto positivo per l’attività di elettrofisiologia effettuata all’Ospedale di Cona e, da settembre scorso, anche all’Ospedale di Cento. Tutti i dati evidenziano infatti un incremento importante dovuto al grande impegno e competenza del prof. Matteo Bertini e della sua equipe (nell’ambito dell’unità operativa di Cardiologia dell’Azienda ospedaliero universitaria diretta dal professor Gabriele Guardigli e del Dipartimento interaziendale Cardiotoracovascolare diretto dal professor Biagio Sassone).
I DATI. Il 31 ottobre 2023 è stata effettuata, al Sant’Anna, la prima ablazione della fibrillazione atriale con la nuova tecnica della elettroporazione. Si è trattato del primo intervento in Emilia Romagna effettuato con questa tecnica. Nel resto del 2023 sono state effettuate altre 31 procedure, e la tecnica è naturalmente proseguita anche nel 2024 con 151 procedure. Ma sono aumentate anche le ablazioni effettuate con le altre tecniche, passate da 301 nel 2023 a 318; 20 di queste effettuate all’Ospedale di Cento, da settembre a fine anno.
Cresciuti da 358 a 409 i pacemaker e defibrillatori impiantati e da 650 a 970 (più 50 per cento) i monitoraggi di pazienti effettuati da remoto tramite telemedicina; sempre in ambito telemedicina passano da 89 a 142 (più 60 per cento) le televisite aritmologiche.
Arrivano a 175 le visite di cardiogenetica a pazienti affetti da aritmie ereditarie (più 59 per cento) e a 80 (più 60 per cento) quelle a pazienti talassemici.
Professor Bertini come possiamo commentare questi dati assolutamente positivi?
“L’attività di elettrofisiologia è in forte crescita, grazie anche all’accesso di numerosi pazienti di fuori regione e di fuori provincia. In settembre 2024 abbiamo iniziato a eseguire ablazioni anche a Cento per favorire le tempistiche sulla lista di attesa e in quattro mesi sono state eseguite con successo 20 procedure”.
Anche la telemedicina è molto aumentata.
“Oggi abbiamo a disposizione dispositivi cardiaci impiantabili (pacemaker e defibrillatori) sempre più performanti. Una delle grandi migliorie che ormai tutti i dispositivi mettono a disposizione è la possibilità di monitorare in remoto una miriade di parametri sia puramente “elettrici” sia più legati al rischio clinico di sviluppare scompenso cardiaco/aritmie del paziente. Sappiamo inoltre come l’attività di monitoraggio remoto dei dispositivi cardiaci vada a migliorare la prognosi dei nostri pazienti (diversi studi certificano che i pazienti con pacemaker o defibrillatore seguiti in remoto hanno prognosi migliore rispetto a chi non è in monitoraggio remoto). Questo succede perché il paziente seguito da remoto, è paradossalmente sottoposto ad un controllo molto più assiduo ed efficiente rispetto ai pazienti che vengono in ambulatorio una volta all’anno o semestralmente. Si riescono quindi ad individuare più precocemente problemi legati al dispositivo (scarica della batteria, problemi sui cateteri) sia aritmie registrate o peggioramenti del quadro di compenso cardiaco per cui sarà necessaria un’azione terapeutica prima che si verifichino malfunzionamenti gravi o conseguenze cliniche importanti. Inoltre, rendendo il processo di controllo dei dispositivi interamente in telemedicina si evitano al paziente accessi in ambulatorio e relativi spostamenti. Devo dire che le televisite aritmologiche soprattutto ai pazienti con dispositivi cardiaci impiantabili sono in aumento e hanno permesso di migliorare accesso alle cure ottimizzando i posti in ambulatorio. Certamente la mole di dati che viene inviata dai dispositivi dei nostri pazienti deve comunque essere attentamente valutata e gestita, e questa non è una mole di lavoro da poco”.
La cardiogenetica e l’ambulatorio per persone con talassemia hanno una grande tradizione al Sant’Anna.
“Il primo ambulatorio è stato aperto, assieme ai colleghi della Genetica medica, nel 2015, con l’obiettivo di garantire accesso alle cure ai pazienti affetti da malattie aritmiche ereditarie (molti pazienti sono giovani, soprattutto ragazzi) senza che dovessero girare in cerca di specialisti per l’Italia. Nel 2021 è stato inoltre aperto l’ambulatorio delle aritmie per la talassemia: purtroppo i pazienti talassemici sono affetti da aritmie con frequenza 10 volte maggiore rispetto alla popolazione generale e sono pazienti molto delicati che richiedono valutazione superspecialistica per decidere su terapia farmacologica ed interventiva. Qualora si opti per interventiva, l’elettroporazione garantisce una maggior sicurezza soprattutto in questa classe di pazienti molto delicata”.
Svolgete anche una importante attività formativa giusto?
“Siamo referenti per le nuove tecniche di stimolazione, sia tradizionale che fisiologica. Inoltre da un anno teniamo anche corsi sia in loco, con medici che vengono da ogni parte di Italia, e da circa 18 mesi faccio corsi sia in Svizzera e in Spagna, dove ci sono laboratori di simulazione per medici provenienti da ogni parte d'Europa”.
Professore da chi è composta la sua equipe, oltre a lei?
“Ci sono le dottoresse Gloria Zuccari (Tecnico di Cardiologia) e Cristina Balla (Cardiologo, referente di ambulatorio di cardiogenetica) ed i dottori Michele Malagù (Cardiologo, referente di ambulatorio di Talassemia) e Francesco Vitali (Cardiologo, referente di monitoraggio remoto, televisite aritmologiche e ambulatorio di Talassemia)”.