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Un messaggio di speranza e resilienza ha raggiunto l'Ospedale di Cona, tappa simbolica e ricca di significato per l'impresa straordinaria di Michele Gavagna, 55enne ferrarese che convive dalla nascita con l'emofilia. Michele, per gli amici "Michi Yellow Duck", ha completato la sua sfida "Costi quel che Costi", un viaggio in bicicletta di oltre 300 chilometri percorso in soli tre giorni. Partito da Marina di Pisa e diretto a Porto Garibaldi, Michele ha attraversato l'Italia da costa a costa, dimostrando che "essere malati non significa rinunciare alla vita" e che "se uno si impegna e lo vuole proprio dal profondo, tutto è possibile".
Il passaggio dall'Ospedale di Cona è stato scelto da Michele come un traguardo non casuale, un momento simbolico di rinascita e cura, sottolineando come, nonostante le difficoltà, si possa continuare a vivere attivamente e a perseguire i propri sogni. L'emofilia, una malattia rara ed ereditaria della coagulazione del sangue che in Italia colpisce circa 5.000 persone, è stata definita da Michele una "scomoda compagna" o "amica un po' ingombrante", ma la sua determinazione ha dimostrato che è possibile gestirla e condurre una vita piena.
Michele è stato accompagnato in questa avventura dal dott. Stefano Moratelli, medico e amico, ex responsabile sanitario dell'Associazione Provinciale Emofilici e Coagulopatici (APEC) di Ferrara. L'APEC, fondata per offrire supporto clinico e sociale alle persone con disturbi della coagulazione, lavora da anni per migliorare la qualità della vita degli emofilici. La Presidente dell'Associazione, Marzia Magagnoli, ha ribadito il pieno sostegno all'iniziativa, condividendo il messaggio di sensibilizzazione sulla qualità di vita a cui i pazienti possono ambire.
L'arrivo di Michele è stato accolto da un gruppo di volontari e amici dell'associazione che lo hanno atteso con entusiasmo. La sua impresa non è stata solo una pedalata, ma una vera e propria dichiarazione d'intenti: "Voglio mandare un messaggio chiaro: si può vivere, si può fare, anche con l’emofilia". Questa dimostrazione di forza e determinazione, realizzata anche grazie a una bicicletta da corsa di 51 anni che Michele ha restaurato personalmente, è un esempio concreto di come, con il giusto supporto e una incrollabile volontà, si possa andare lontano.
L'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara saluta con grande ammirazione la straordinaria impresa di Michele, riconoscendo il valore del suo messaggio di consapevolezza, supporto e inclusione per tutti i pazienti affetti da malattie rare.
Guarda qui l'intervista a Michele Gavagna
https://youtu.be/Q4bL9XKJEyw