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Il 28 luglio si celebra la Giornata Mondiale contro l’Epatite virale, istituita nella ricorrenza della nascita del ricercatore Baruch Blumberg, premio Nobel per aver identificato il virus dell’epatite B (HBV) e sviluppato il primo vaccino anti-HBV. Oltre al virus dell’epatite B vi sono anche i virus dell’epatite A ed E che si tramettono per via alimentare, con cibi ed acqua contaminata, e quelli dell’epatite C e D (quest’ultima strettamente correlata all’epatite B), che si trasmettono per via sessuale, parenterale e tramite liquidi biologici da persona infetta. L’epatite B e C sono importanti per la tendenza a dare origine a forme croniche con evoluzione alla fibrosi epatica, la cirrosi e, in una ridotta percentuale di casi, a carcinoma del fegato (epatocarcinoma).

L’Azienda Ospedaliero–Universitaria e l’Azienda USL di Ferrara, in stretta relazione con la Regione Emilia-Romagna, sono da sempre impegnate nella lotta contro questa patologia.


L’UNITÀ OPERATIVA DI MALATTIE INFETTIVE DELL’AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA, diretta dal Facente Funzioni dott. Mario Pantaleoni, è impegnata quotidianamente nella gestione assistenziale, diagnostica, terapeutica e nelle indicazioni preventive dell’epatite virale acuta e cronica. Il Reparto Clinico è l’unico della provincia di Ferrara deputato ad accogliere le epatiti virali nelle loro forme acute. Inoltre l’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’ospedale di Cona è Centro di Riferimento Regionale per il trattamento specialistico delle Epatiti virali croniche B, C e Delta ed è in grado di offrire le terapie innovative basate sull’impiego di antivirali di ultima generazione ad elevata efficacia clinica: eradicazione dell’infezione da HCV nel 99% dei casi. Il reparto costituisce anche l’unico Centro provinciale autorizzato al trattamento antivirale dei casi di coinfezione HBV-HIV e HCV-HIV e partecipa inoltre, insieme alla Gastroenterologia, alla presa in carico e gestione diagnostico-terapeutica dei casi di epatite virale cronica C (HCV), rilevati dall’attività di screening provinciale. L’Unità Operativa, inoltre, ha aderito al Progetto Scientifico PITER, Piattaforma Italiana per la Terapia delle Epatiti Virali Croniche: si tratta di uno studio clinico coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità con finalità di guida, indirizzo, progresso e innovazione nell’approccio diagnostico terapeutico delle epatite virali croniche B, C e D.

“Dobbiamo sentirci tutti sensibilizzati al problema – mette in evidenza il dott. Pantaleoni - in modo da far emergere le infezioni virali occulte comunitarie possibili. Dobbiamo contribuire, quindi, all’adozione delle buone pratiche, informandoci sui nuovi trattamenti disponibili e incoraggiando gli altri a fare il test per l’epatite virale, per evitare che una diagnosi tardiva si traduca in una situazione ormai compromessa”.


ANCHE L’UNITÀ OPERATIVA DI GASTROENTEROLOGIA DELL’OSPEDALE DI CONAdiretta dal dott. Alberto Merighi – si occupa del problema da oltre 30 anni. Riteniamo importante tale ricorrenza – commenta il dott. Merighi - poiché serve a sottolineare che il problema è ancora aperto ed è nostro dovere offrire alla popolazione le conoscenze adeguate per agire consapevolmente sulla prevenzione, pensare precocemente alla diagnosi e richiedere tempestivamente le cure. In questa giornata dobbiamo richiamare l’attenzione nei confronti di una battaglia non ancora vinta per la quale si dispone, però, di tutte le armi sufficienti perché l’epatite possa essere eliminata con l’impegno di tutti”.

Poiché questa malattia - evidenzia la dott.ssa Loredana Simone, Responsabile degli ambulatori di epatologia e percorsi delle malattie epatiche croniche avanzate della Gastroenterologia dell’ospedale di Cona - è quasi completamente asintomatica i soggetti infetti sono spesso ignari di essere portatori fino al momento della diagnosi, il più delle volte anni dopo l’avvenuta infezione, quasi sempre casuale, oppure nel momento in cui la malattia evolve nella sua forma più severa: la cirrosi o il tumore epatico, responsabili di oltre 1 milione di morti all'anno. La Gastroenterologia del S. Anna, storicamente, ha dedicato lavoro e interesse all’epatologia. Per tale motivo abbiamo un canale dedicato esclusivamente all’attività Epatologica, tanto da diventare riferimento provinciale dei soggetti con malattia cronica e avanzata. I pazienti acuti, fragili, scompensati o con malattia tumorale, vengono seguiti in regime di degenza e Day Service, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti. I soggetti con malattia cronica stabile, affetti da infezione virale B, C, Delta e anche casi di epatite E cronicizzata e ad eziologia non virale, invece, accedono all’ambulatorio epatologico dedicato nel quale si effettua il trattamento e monitoraggio delle terapie antivirali, follow-up di malattia compensate, screening precoce dell’epatocarcinoma”.

“Siamo, assieme agli infettivologi, – prosegue il dott. Merighi - centro prescrittore regionale per la terapia con antivirali diretti “DAA” e abbiamo iniziato il trattamento con Bulevirtide per l’epatite Delta, recentemente approvata in Italia dall’ente regolare AIFA. Dal 2005 abbiamo creato un gruppo multidisciplinare per la diagnosi e la cura dell’epatocarcinoma, con l’obiettivo di offrire ai pazienti il massimo della competenza e il meglio delle terapie. Siamo riferimento provinciale per i trapianti di fegato, collaborando con il Centro Trapianti di Bologna, al fine di poter garantire a tutti ogni possibilità di cura. Tutto il nostro impegno è guidato dalla consapevolezza che la prevenzione, la rapidità di accesso alle cure ed i tempestivi trattamenti siano alla base per eradicare la malattia, evitare l’evoluzione dell’epatite in cirrosi epatica, prevenire e ridurre tutte le sue complicanze, in particolare l’epatocarcinoma”.

Ad oggi – conclude il professionista - abbiamo trattato 50 soggetti HCV positivi e tutti coloro che si sono sottoposti a terapia sono guariti. Di questi pazienti 4 si sono presentati già con una malattia avanzata, mentre 1 ha presentato un epatocarcinoma alle valutazioni pre-terapia pertanto è stato inserito in un percorso oncologico. Prevenire e limitare la circolazione del virus è la sola strada per eradicare la malattia”.


L’UNITÀ OPERATIVA DI MALATTIE INFETTIVE TERRITORIALI DELL’AZIENDA USL DI FERRARAdiretta dal prof. Rosario Cultrera - è impegnata nella campagna di prevenzione e cura delle epatiti virali, in stretta collaborazione con le Unità Operative di Malattie Infettive e di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria.

Particolare attenzione è rivolta alla messa in atto delle Linee Guida internazionali per l’attuazione dello screening per HBV e HCV, obiettivo previsto nel Piano Nazionale per la Prevenzione 2020-2025, con la promozione di protocolli gestionali multidisciplinari.

L’attuazione graduale dei programmi di screening – mette in evidenza il prof. Cultrera - ha certamente favorito la rivelazione di numerose epatiti croniche HCV correlate misconosciute e ha consentito il trattamento dei pazienti risultati positivi con farmaci ad attività antivirale diretta (DAA). Nonostante i risultati ottenuti con lo screening siano stati di notevole interesse, alcune gruppi di persone risultano ancora non completamente indagate. Inoltre grazie agli ambulatori infettivologici presenti a Ferrara, Cento e Lagosanto si riesce a inserire nello screening i soggetti di nazionalità estera residenti in Italia che rappresentano una popolazione non completamente indagata per epatite B e C. Un’ulteriore gruppo da indagare è quello rappresentato da soggetti che hanno fatto o fanno uso di sostanze psicoattive per via endovenosa. In questo ambito, le Malattie Infettive Territoriali sono impegnate nel rafforzare i progetti di interazione con i Servizi per le dipendenze patologiche (SerD), con strategie multidisciplinari per il recupero e l’assistenza sanitaria di questi pazienti. Pari impegno è rivolto alla valutazione della prevalenza dell’epatite cronica HCV correlata nella popolazione carceraria per poter implementare e assicurare un adeguato intervento terapeutico con DAA, rilevante sotto l’aspetto sociale oltre che strettamente sanitario. L’implementazione dello screening risulta, quindi una vera e importante necessità”.


L’AZIONE DI SCREENING. Nel 2021 il Ministero della Salute ha promosso, in tutto il territorio nazionale, uno screening gratuito per individuare le infezioni da epatite C ancora asintomatiche e misconosciute (il così detto «sommerso»). L'introduzione dei nuovi farmaci ad azione antivirale diretta, caratterizzati da un eccellente profilo di sicurezza e di efficacia, ha reso concreto e raggiungibile l'obiettivo di eliminare il virus che causa l'epatite C. Permangono però un gran numero di persone che, essendo inconsapevoli di essere infette, costituiscono un serbatoio per il virus e la fonte di nuovi contagi.

A Ferrara, come in tutta la regione Emilia-Romagna – commenta la dott.ssa Caterina Palmonari, Direttrice dell’Unità Operativa di Epidemiologia, screening oncologici, programmi di promozione della salute dell’Azienda Usl di Ferrara - grazie allo screening è possibile individuare le infezioni da epatite C ancora asintomatiche e misconosciute (così detto «sommerso»), migliorare la possibilità di una diagnosi precoce e avviare i pazienti al trattamento, onde evitare le complicanze di una malattia epatica avanzata e delle manifestazioni extraepatiche, nonché interrompere la circolazione del virus impedendo nuove infezioni. Lo screening è rivolto a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 che possono aderire senza la ricetta medica e senza il pagamento del ticket ed avviene attraverso l’esecuzione di un prelievo di sangue. L’invito avviene tramite il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e l’invio di un sms. La proposta di adesione allo screening può avvenire anche in occasione di esami ematici già prescritti per altri motivi, durante l’effettuazione del prelievo. In caso di positività il paziente verrà contattato direttamente dal Centro Specialistico di riferimento locale per la presa in carico e per definire l’inizio della terapia antivirale. Nel caso favorevole dell’esito negativo si riceverà il referto degli esami sostenuti sul proprio Fascicolo Sanitario Elettronico e si uscirà dal percorso di screening.

Dal 2022 ad oggi, a Ferrara, le persone invitate ad eseguire lo screening sono state oltre 99.150 e l’adesione si attesta tra i primi posti in Regione con il 57% di aderenti. Grazie allo Screening attivo a Ferrara sono stati effettuati 56.549 test per verificare la presenza del virus che causa l'Epatite C, 81 dei quali sono risultati positivi asintomatici e pertanto inviati a visita specialistica per individuare il trattamento terapeutico adeguato.

La forza e l'efficacia dello Screening è la possibilità di fornire una terapia con la quale oggi si può guarire dall'Epatite C”.


QUALCHE DATO. Si stima che circa 345 milioni di persone in tutto il mondo convivano con l’epatite B e/o C. Alcune di queste epatiti possono essere prevenute con la vaccinazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato strategia approvata da tutti gli Stati membri per ridurre le nuove infezioni del 90% e le morti del 65% tra il 2016 e il 2030.

I dati di incidenza secondo SEIEVA (Servizio epidemiologico integrato epatiti acute), sia per quanto riguarda l’epatite C che B, hanno mostrato nel tempo un trend in continua diminuzione grazie alle migliori condizioni igieniche e alle precedenti campagne informative contro l’infezione da HIV. Tuttavia nel 2022 e 2023 le curve di incidenza mostrano un aumento dello 0,4 x 100.000 abitanti, in particolare nelle fasce di età 35-54 anni e superiori ai 55 anni.

Il tema del “sommerso” è cruciale: l'OMS stima che solo il 10% delle persone con epatite B cronica riceva una diagnosi. Di questi solo il 22% riceve cure, vale a dire solo il 2% dei malati complessivi. Mentre per l’epatite C il 21% riceve una diagnosi, di queste il 62% (pari al 13% di tutti i malati) riceve le cure. L’ultima prevalenza a livello nazionale per HCV è dell’1%, circa 500.000 soggetti, di questi si stima che circa 200.000 non sono mai stati trattati, poco meno della metà ha una malattia avanzata. Per HBV siamo attorno allo 0,4%, in aumento dopo la pandemia.

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Ultimo aggiornamento

26-07-2024 10:07

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