Salta al contenuto


Il 25 aprile di ogni anno ricorre la “Giornata mondiale contro la malaria”. Anche le Aziende sanitarie ferraresi aderiscono alla ricorrenza, attraverso il lavoro svolto dai professionisti dei Servizi dedicati.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che nel 2021, dopo vent’anni di progressi, la mortalità è però aumentata del 12% rispetto al 2019. Secondo l’OMS nel 2021 si sono infettate 247 milioni di persone con 619.000 decessi, con un elevatissimo incremento dei casi dovuto alla interruzione dei servizi essenziali per il controllo della malattia durante il periodo pandemico.


NELLA PROVINCIA DI FERRARA vengono solitamente diagnosticati, nell’arco di un anno, tra i 5 – 10 casi di malaria d’importazione. Questo si assiste soprattutto in pazienti provenienti dall’Africa Subsahariana, rientrati temporaneamente nel loro Paese di origine senza assumere alcuna chemioprofilassi i quali, soggiornando in Italia, hanno perso parte dell’immunità naturale acquisita in precedenza nel loro Paese. I casi d’importazione in pazienti italiani sono diventati più rari, rispetto al passato, per la maggiore attenzione al problema e per il calo drastico dei viaggi intercontinentali durante la pandemia da COVID 19. L’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara, diretta dal dott. Marco Libanore, insieme alla Sezione Universitaria di Malattie Infettive, con le sue notifiche, contribuisce alla maggioranza delle diagnosi e dei trattamenti specifici delle forme osservate, grazie anche alla disponibilità d’impiego di molecole antiprotozoarie di ultima generazione che hanno consentito di risolvere rapidamente le infezioni.


“La malaria – mette in evidenza la dott.ssa Clelia De Sisti, Direttrice del Dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl di Ferrara - si può prevenire tramite l’assunzione di farmaci. Non esiste un unico schema profilattico applicabile ovunque, la profilassi idonea va studiata caso per caso. La scelta del farmaco dipende principalmente dal Paese di destinazione, dalla tipologia di viaggio, dalla sua durata e dallo stato di salute del viaggiatore. Dato che la profilassi farmacologica va iniziata prima della partenza è opportuno fare riferimento, con un certo anticipo, al proprio medico di famiglia o a un medico dell’Igiene Pubblica dell’AUSL di Ferrara, che potrà fornire le informazioni utili per la profilassi farmacologica e per l’adozione di misure preventive comportamentali”. Per ricevere gratuitamente la consulenza è sufficiente compilare un form online sulla Home Page aziendale www.ausl.fe.it alla sezione “Dedicato a”- Aree dedicate- Viaggiatori internazionali”.


LA MALATTIA. La malaria è una malattia causata da protozoi parassiti, appartenenti al genere Plasmodium. Le specie di plasmodi responsabili della malaria umana si trasmettono in modo naturale da uomo a uomo mediante la puntura di zanzare infette; tuttavia si può verificare, raramente, trasmissione anche con eventi accidentali mediante contagio ematico diretto. Nei Paesi endemici rappresenta la malattia trasmessa da vettore più diffusa al mondo, nei Paesi non endemici è la malattia d’importazione più importante, legata principalmente ai viaggi in aree tropicali e all’aumento dei viaggi e dei flussi migratori.


Nella prima metà del XX secolo la malaria fu eradicata da gran parte delle aree temperate e oggi risulta diffusa principalmente nei Paesi della fascia tropicale e sub tropicale.

Complessivamente quasi metà della popolazione mondiale, soprattutto quella residente in Paesi poveri, vive in aree a rischio di malaria. Rispetto all’inizio del terzo millennio la diffusione della malaria nel mondo è stata notevolmente ridotta grazie all’attuazione di programmi di lotta e controllo promossi dall’Oms e da diverse associazioni internazionali. Nelle aree non endemiche a clima temperato nonostante l’elevato numero di casi importati e la presenza di vettori competenti sul territorio la possibilità della ricomparsa di una trasmissione locale è da considerarsi estremamente bassa.


I sintomi, a seconda della specie di plasmodio, compaiono dopo 7, 15 o più giorni dalla puntura della zanzara infetta. Sono di varia natura, ma solitamente consistono in febbre, spesso molto alta, mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e brividi. Tutti sintomi, almeno inizialmente, comuni a una qualsiasi sindrome influenzale o ad altre infezioni. In aree con condizioni di trasmissione elevate, l’esposizione continua alla malattia sviluppa, in particolare nella popolazione adulta, un'immunità parziale, o adattativa, che sebbene non fornisca una protezione completa, riduce il rischio di malaria grave. In queste aree, la maggior parte dei decessi per malaria si verificano infatti in bambini al di sotto dei 5 anni di età, che non hanno ancora sviluppato l’immunità adattativa. Altro gruppo di popolazione a rischio sono le donne in gravidanza che per le peculiarità immunitarie legate al loro stato sono più suscettibili a presentare la malattia in forma acuta, con anemie gravi e crescite fetali compromesse quando non addirittura la morte della madre e/o del feto. Nelle aree con bassa trasmissione dove la popolazione presenta bassa immunità, tutti i gruppi presentano lo stesso rischio di sviluppare malaria grave. Altra categoria su cui la malaria può avere un impatto molto importante è rappresentata dai viaggiatori non immuni che si recano in zone endemiche.


Una diagnosi accurata e precoce è una delle chiavi per gestire in modo efficace questa malattia. La chemioprofilassi è indicata in modo particolare per i viaggiatori diretti in aree endemiche. Il controllo del vettore rappresenta una delle misure fondamentali per prevenire e ridurre la trasmissione della malaria. Le principali misure attuate sono focalizzate sulla riduzione del contatto tra zanzare e uomo. Misure di protezione personale contro le punture di zanzara sono rappresentate dalle zanzariere da letto impregnate con insetticida. Gli interventi per la riduzione della densità delle zanzare vengono effettuati con trattamenti con insetticidi ad azione residua nelle abitazioni, con la riduzione dei focolai larvali mediante bonifiche ambientali e con l'uso di larvicidi o predatori naturali di larve di zanzare.

Dopo oltre 30 anni d’intensa ricerca, è stato messo a punto il primo vaccino contro la malaria, che ha mostrato una parziale protezione contro la malaria da P. falciparum nei bambini. A causa però di questa protezione solo parziale, il vaccino potrà affiancare gli altri metodi di lotta contro la malaria ma non sostituirli.




Nella foto, da sinistra: Clelia De Sisti, Marco Libanore

A cura di

Questa pagina è gestita da

Ultimo aggiornamento

21-04-2023 10:04

Questa pagina ti è stata utile?