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Il 19 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI), detta anche “World IBD Day”. Il tema di quest’anno è riassunto dalla frase “IBD has not age”. Le numerose iniziative previste in giro per il mondo, infatti, avranno lo scopo di aumentare la consapevolezza riguardo l’impatto che queste patologie hanno sulla vita delle persone di età pari o superiore a 60 anni.
Sebbene il picco di insorgenza delle MICI si collochi nella giovane età adulta, un significativo 10-15% di nuove diagnosi viene formulato in persone di età pari o superiore a 60 anni. Si stima, inoltre, che nel prossimo decennio circa un terzo di tutte le persone affette da MICI avrà più di 60 anni di età. Diventa pertanto urgente raggiungere una migliore comprensione dell'epidemiologia delle MICI nella popolazione anziana, senza trascurare l’impatto che le comorbidità e le poli-farmaco terapie possono avere sull’efficacia dei farmaci, sulle loro possibili interazioni e sugli eventi avversi ad essi correlati.
L’IMPEGNO DEL SANT’ANNA. Nella Regione Emilia-Romagna esistono, in tutte le provincie, Centri che si occupano di Malattie Infiammatorie Croniche dell'Intestino i quali hanno costituito la Rete regionale delle MICI.
Il dott. Riccardo Solimando è il referente del Centro MICI dell’Unità Operativa di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria di Ferrara, diretta dal dott. Alberto Merighi. Il Centro segue circa 500 persone affette da tali patologie - prevalentemente provenienti dalla nostra provincia, oltre che per una piccola percentuale da fuori regione - con un’incidenza sostanzialmente sovrapponibile a quella riscontrata a livello nazionale (circa 8 su 100.000 abitanti, per quanto riguarda la malattia di Crohn e 4-20 su 100.000 abitanti per quanto riguarda la Retto-Colite Ulcerosa) ed un’età media in lento ma costante aumento.
Il Centro MICI di Ferrara offre ai pazienti affetti da queste patologie visite specialistiche presso un ambulatorio MICI dedicato, la gestione dei casi più complessi in regime di Day Service o di ricovero, dove peraltro vengono garantiti tutti i trattamenti farmacologici attualmente disponibili, dei quali beneficiano circa il 7-8% delle persone afferenti al Centro. Inoltre il Servizio è in grado di effettuare direttamente le principali indagini cliniche per la diagnosi ed il monitoraggio di queste patologie, oltre che disporre della consulenza degli altri specialisti che contribuiscono ad una gestione multidisciplinare dei pazienti.
Le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino sono condizioni morbose caratterizzate da un’infiammazione del tratto intestinale che, una volta instaurata, perdura nel tempo e richiede un continuo monitoraggio clinico-strumentale, oltre che trattamenti farmacologici protratti, mirati al controllo dell’infiammazione ed alla prevenzione delle sue complicanze. Si identificano due principali e distinte patologie: la Retto-Colite Ulcerosa e la Malattia di Crohn, ognuna con caratteristiche peculiari.
La Retto-Colite Ulcerosa è definita da un’aggressione infiammatoria degli strati più superficiali dell’intestino (mucosa) con interessamento continuo del grosso intestino (partendo dal retto con possibile estensione al colon prossimale) fino ad interessare, nelle forme più estese, l’intera cornice colica. La Malattia di Crohn è invece definita da un’aggressione infiammatoria della parete intestinale a tutto spessore, con possibile localizzazione lungo l’intero apparato digerente.
Nonostante siano stati identificati i diversi fattori ambientali, genetici, microbici ed immunitari che concorrono all’insorgenza di tali patologie, ad oggi, una piena comprensione della eziologia e patogenesi di queste malattie non è ancora stata raggiunta e, di conseguenza, i trattamenti risultano spesso subottimali. Talvolta si nota in esse una frequenza familiare genetica e risultano in gran parte correlate a disordini immunitari. La loro manifestazione, pertanto, appare spesso a partenza intestinale ma con manifestazioni collaterali che rendono le MICI delle vere e proprie sindromi, la cui diagnosi differenziale può spesso risultare difficile.
Ne consegue che le persone affette da queste patologie croniche necessitano di una presa in carico da parte di Centri dedicati, che garantiscano l’accesso a dei percorsi diagnostico-terapeutici codificati e la gestione multidisciplinare del paziente, con coinvolgimento del gastroenterologo oltre che del radiologo, del chirurgo, del reumatologo ed altre figure specialistiche.
Nella foto, da sinistra: Alberto Merighi, Riccardo Solimando